Ambienti culturali stimolanti e progetti scientifici che diventano "calamita" per i giovani di tutto il mondo che guardano alla regione Lazio con un crescente interesse. E l'Unicas, con la sua crescita di studenti stranieri, è incastonata in questa miniera di potenzialità future. Anche per questo la Regione Lazio ha puntato all'Expo di Dubai leggendola come un'occasione per valorizzare il proprio territorio a 360 gradi.

E in rappresentanza dell'ateneo cassinate, ha trascorso la scorsa settimana al fianco delle istituzioni regionali il predecessore di Marco Dell'Isola, il professor Giovanni Betta ora prorettore alla Didattica. «Negli ultimi giorni dell'Expo - ha raccontato - vari e qualificati sono stati gli eventi organizzati dalla Regione, ad esempio il 27 pomeriggio si è avuta una presentazione dell'offerta formativa internazionale del Lazio. Un'offerta oramai ricca effettuata in un territorio regionale che affianca alla qualità dei contenuti formativi, un ambiente culturale e naturale unico al mondo.

A seguire, una sintesi delle attività del Dtc Lazio, un esempio virtuoso di collaborazione tra università, Centri di ricerca e privati spinto alla valorizzazione del patrimonio culturale della regione. Ma, in generale, bisogna dire che sull'Expo ha comunque puntato molto l'Italia. Il padiglione del Belpaese, senza tema di smentite, si distingueva dagli altri per densità di contenuti culturali e scientifici, rispetto a padiglioni di altre nazioni che erano semplici spot turistici ad elevata tecnologia. Il 27 mattina c'era la ministra Maria Cristina Messa, la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza e tante altre personalità per parlare di università e ricerca in Italia. Il 28 la Regione si è fatta anche promotrice di una convenzione quadro tra Crul e Irena, agenzia intergovernativa per le energie rinnovabili, posizionata in un'area dove sta nascendo una innovativa città a basso impatto energetico.

Appare sempre più chiaro - ha continuato il pro rettore, professore ordinario di Misure elettriche ed elettroniche a Ingegneria - come l'Italia, e il Lazio in particolare, debbano e possano candidarsi a essere degli attrattori di studenti e ricercatori stranieri che possono trovare nelle nostre terre spazio per crescere scientificamente e umanamente». Ed è proprio questo tipo di investimento che si legge tra le righe della continuità dei due mandati rettorali Betta-Dell'Isola, da un lato specializzare sempre di più i corsi su fronti legati alle esigenze di mercato e proporli anche completamente in lingua inglese, dall'altro farsi spazio tra gli atenei con la propria dimensione umana capace di meglio seguire e professionalizzare i percorsi di studio individuali.

Conclude così Betta: «I prossimi anni vedranno una diminuzione dei diplomati. Puntare alla formazione di stranieri è il modo per compensarla. Ma anche il modo per rendere i nostri ragazzi, più "provinciali" di quelli di altri paesi, più aperti al mondo. Non bisognerà nel prossimo futuro frenare la cosiddetta fuga dei cervelli ma rendere il nostro paese un territorio in cui gli altri possano fuggire».