La Regione lavora all'aggiornamento del piano di risanamento della qualità dell'aria. Quello, per inciso, che prevede domeniche ecologiche e targhe alterne, temperature ridotte agli impianti di riscaldamento e divieto di accensione dei fuochi. Tanto più che, per la Valle del Sacco e i suoi troppi sforamenti dei limiti per le polveri sottili, è stata aperta a livello comunitario una procedura d'infrazione.

Il nuovo piano
È stata esaminata dalla commissione regionale Agricoltura e ambiente, presieduta da Valerio Novelli, la proposta di deliberazione consiliare per approvare l'aggiornamento del piano di risanamento della qualità dell'aria. Il piano è stato illustrato da Roberta Lombardi, assessore alla Transizione ecologica. «Questo atteso piano di risanamento della qualità dell'aria, è stato un percorso di aggiornamento importante, risultato di un articolato processo, coerente con il quadro normativo nazionale e europeo, che ha coinvolto circa 80 soggetti competenti e la collaborazione dell'Arpa.

Si tratta - ha continuato l'assessore - di una pianificazione moderna, che si basa su un aggiornamento continuo e immediato riscontro. L'obiettivo è senz'altro la salute dei cittadini e dell'ecosistema, il miglioramento dell'ambiente e della qualità della vita. Per il raggiungimento degli obiettivi sarà necessaria la partecipazione delle parti sociali, il piano riserva una parte all'informazione e alla sensibilizzazione della popolazione».

Un piano strategico che guarda al futuro prossimo: «Il raggiungimento degli obiettivi è fissato al 2025 - ha proseguitola Lombardi - Si tratta di perseguirei valori limite su tutto territorio del Lazio, già oggetto da parte della Commissioni europea di procedimenti di infrazione per il superamento dei valori limiti, sia per la Valle del Sacco che per l'agglomerato di Roma». L'assessore Lombardi ha illustrato gli interventi previsti nel piano, tra cui la classificazione dei Comuni in quattro classi di inquinamento, con punteggi da 1 (il peggiore) a 4 (il migliore).

Il piano prevede una specifica disposizione per Roma Capitale e ha definito 3 settori nei quali sono state individuate le misure e le azioni d'intervento per il miglioramento della qualità dell'aria: Mobilità sostenibile e trasporto (pubblico e privato); Economia circolare ed energia; Agricoltura e zootecnia. Per la parte inerente le risorse economiche stanziate per l'attuazione delle misure di mitigazione previste, vi sono risorse di livello regionale, statale e comunitarie.

Nell'ambito dei finanziamenti europei (POR-FESR e POR-FEASR), che hanno concorso all'attuazione delle azioni di qualità dell'aria previste dal Piano sono complessivamente previsti circa 210 milioni di euro: circa 90 per mobilità e trasporto, pubblico e privato, circa 90 per economia circolare ed energia e circa 30 per agricoltura e zootecnia. Per permettere il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni, previsti dall'aggiornamento del Piano, sono stati tuttavia integrati tali investimenti con finanziamenti dedicati per alcune azioni particolarmente incisive in termini di riduzione delle emissioni o di sostituzione tecnologica.

La Regione Lazio ha quindi già stanziato parte delle risorse necessarie all'attuazione delle misure incentivanti previste dal piano, impegnando 4 milioni di euro previsti dall'Accordo di programma del 2018 firmato con il ministero, ed in particolare: 2 milioni per interventi nei comuni più critici della Zona e Agglomerato di Roma inerenti la realizzazione di infrastrutture per il rifornimento di carburanti alternativi e per la ricarica di veicoli elettrici, di infrastrutture per la mobilità ciclo-pedonale e per la relativa interconnessione; 1 milione di euro per incentivare la sostituzione di veicoli più inquinanti per i residenti nei comuni dell'agglomerato di Roma e zona Valle del Sacco con veicoli a basse emissioni destinati al trasporto di persone, in un percorso di innovazione, favorendo la rottamazione di un veicolo benzina fino ad Euro 3 incluso e diesel fino ad Euro 5 incluso, con conseguente acquisto di una autovettura (categoria M1) di nuova immatricolazione a basse emissioni; 500.000 euro per acquistare veicoli a basso impatto ambientale per la provincia di Frosinone per il rinnovo del parco macchine; 500.000 per campagne di sensibilizzazione e informazione per il rispetto dell'ambiente.

Saranno altresì stanziati circa 5 milioni di euro e predisposto un avviso pubblico per la sostituzione delle caldaie a biomassa con caldaie più efficienti ed è prevista la rimodulazione dei 4,5 milioni del ministero per la Transizione Ecologica, quale trasferimento a saldo del precedente Accordo del 2016, a favore di interventi per il risanamento della qualità dell'aria nei Comuni della valle del Sacco e dell'agglomerato di Roma e per interventi volti al mantenimento della qualità dell'aria nei comuni della zona litoranea ed appenninica.

Infine, sono previste somme provenienti dal ministero dell'Economia e Finanze, esclusivamente per Roma Capitale, nello specifico 1 milione di euro annui per gli anni 2020, 2021 e 2022 e 5 milioni di euro annui dall'anno 2023 all'anno 2034. Con tale decreto sono finanziati interventi volti al miglioramento della qualità dell'aria prioritariamente nei settori dei trasporti, della mobilità, delle sorgenti stazionarie e dell'uso razionale dell'energia nonché interventi per la riduzione delle emissioni nell'atmosfera.

Lo screening
Intanto, sempre per la Valle del Sacco, nei giorni scorsi, il dipartimento di Epidemiologia del Lazio ha annunciato il "Programma di valutazione epidemiologica della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale Valle del Sacco" denominato Indaco (Indagini epidemiologiche SIN Valle del Sacco).

«Nell'ambito del progetto - fa sapere il Dep Lazio - nel mese di aprile parte la nuova fase di sorveglianza epidemiologica in collaborazione con la Asl Roma 5 e con la Asl di Frosinone. Un campione di circa 2.000 residenti nei comuni del Sin sarà invitato a rispondere ad un'intervista telefonica (informazioni su dati socio-demografici, sullo stato di salute, stile di vita, rischi occupazionali, esposizione a attori di rischio ambientali) e su un sottocampione di circa 800 residenti verrà valutata inoltre la concentrazione di alcuni inquinanti e di b-HCH nel sangue (l'indagine di biomonitoraggio è partita nel 2010 ed è alla terza fase).

Nel mese di maggio verrà inoltre attivata un'indagine sulla percezione del rischio rivolta a tutta la popolazione residente nel Sin che prevede la compilazione di un questionario online anonimo. Tutti i risultati del progetto Indaco saranno resi disponibili su un sito web a cura del Dep Lazio e del Pensiero scientifico editore». Il progetto è realizzato nell'ambito dell'Accordo di Programma "per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sito di interesse Nazionale Bacino del Fiume Sacco" stipulato dal ministero dell'Ambiente e dalla Regione Lazio nel 2019, così come integrato con Decreto n. 62 dell'11/05/2021.