La Corte dei conti vuole vederci chiaro sulla situazione dell'ex discarica Radicina, che per lungo tempo ha continuato a spargere materiale inquinante sul territorio dopo la chiusura avvenuta circa venti anni fa e per la quale, solo di recente, sono stati avviati gli interventi di bonifica e il piano di caratterizzazione.
Nei giorni scorsi, la procura regionale della Corte dei conti ha richiesto al Comune di Anagni di predisporre una dettagliata relazione per conoscere «quali attività sono state realizzate per la messa in sicurezza dell'ex discarica, nonché le azioni avviate, ed eventuali esiti, nei confronti dei responsabili del danno ambientale, per il recupero delle somme relative sostenute dall'amministrazione per gli interventi di bonifica e ripristino ambientale».
Una richiesta di recupero di somme, quella a cui si riferisce la Corte dei conti, avanzata nel 2019 con una deliberazione della giunta comunale. L'intervento dei giudici contabili parte da un procedimento istruttorio aperto nel 2021 a fronte di una denuncia presentata alla Procura regionale della Corte dei conti per lo smaltimento abusivo di percolato e rifiuti inquinanti che si sarebbero verificati sul territorio adiacente all'ex discarica di Radicina.
Una denuncia, a seguito della quale è stato avviato anche un procedimento penale presso la Procura di Frosinone, che secondo le indiscrezioni non riguarderebbe comunque soltanto il sito di Radicina, ma anche diverse altre questioni amministrative del Comune di Anagni, al vaglio di giudici contabili e ordinari. Ora la Corte dei conti è pronta, dunque, a definire la complessa pratica relativa all'ex discarica di Radicina, che nel 2019 figurava fra i trenta casi di inquinamento più gravi d'Italia in base a un dossier del ministero dell'ambiente.
Nel richiedere la documentazione, la procura generale della Corte dei conti scrive, infatti, che è necessario «acquisire ogni utile elemento istruttorio al fine dell'adozione dei provvedimenti di competenza».