Ci risiamo: lucchetto spezzato e cancello aperto.
Nuovi atti vandalici ai danni della recinzione dell'ex centro Serapide, da decenni in condizioni di abbandono. Pio Polsinelli, il papà del giovane Andrea che all'interno del "mostro di cemento" trovò la morte cadendo da un'altezza di oltre cinque metri, è indignato.
Il dolore è ancora straziante per una morte che, sostiene papà Pio, si sarebbe potuta evitare se solo quel luogo fosse stato ben chiuso.
«Sono fuori Sora per lavoro e le immagini che mi hanno inviato mi fanno scuotere la testa dice Polsinelli dopo aver visto le immagini del cancello di nuovo aperto che consente a chiunque l'ingresso nel complesso dell'ex Tomassi Non è possibile che dopo anni ancora tutto sia rimasto uguale: stesso degrado, stessa problematica sociale».
Papà Pio non ha più parole, però la voglia di andare avanti con la sua battaglia non viene meno. «Vedere quel cancello aperto non lo sopporto proprio. Soltanto qualche giorno fa c'era il lucchetto, ora è stato spezzato e l'ingresso è di nuovo accessibile. Sapere che quell'area è aperta non mi fa dormire la notte: troppo dolore, troppa preoccupazione per le vite di altri giovani che lì dentro chissà che cosa fanno. E poi le famiglie non devono più soffrire come è capitato alla mia.
Appena tornerò a Sora, per il ponte di Pasqua, voglio mobilitarmi.
Sono pronto a chiedere tutte le autorizzazioni per organizzare una manifestazione pubblica per la messa in sicurezza dell'ex centro Serapide. Dopo tanti anni e dopo quelle vite spezzate non possiamo continuare a girare la testa dall'altra parte. Le scuole, le famiglie, le associazioni: tutti sono chiamati a scendere per piazza per dire sì alla vita, a una città sana senza più quel "m ostro" che semina sofferenza».