Il 7 aprile si celebra, come ogni anno, la giornata mondiale della Salute. L'Organizzazione mondiale della sanità, in vista della ricorrenza, evidenzia come «ogni anno più di 13 milioni di morti nel mondo sono attribuibili a cause ambientali evitabili. Tra queste la crisi climatica, che è la più grande minaccia per la salute che l'umanità deve affrontare. In effetti, la crisi climatica è anche una crisi sanitaria».
L'Oms aggiunge che «più del 90% delle persone respira aria inquinata derivante dalla combustione di combustibili fossili». In termini numerici - sempre in base a quanto denunciato dall'Organizzazione mondiale della sanità - l'inquinamento atmosferico uccide 13 persone ogni minuto a causa dei tumori ai polmoni, di malattie cardiache e ictus.
Intanto, secondo una nuova ricerca vivere in aree inquinate produce danni sul cervello dei bambini. È il risultato di uno studio effettuato dall'epidemiologa Matilda van den Bosch dell'"Institut de salut global de Barcelona". Sulla base delle nascite avvenute tra il 2001 e il 2002 a Vancouver, in Canada, è risultato che vivere in aree inquinate da particolato (polveri sottili) e con poco verde aumenta di molto il rischio per i bambini di essere colpiti dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Nel dettaglio, per ogni due microgrammi di aumento del livello del pm2,5 il rischio di contrarre la sindrome cresceva dell'11% , mentre il rischio di contrarre il disturbo da deficit di attenzione saliva del 10% ogni 12% di diminuzione della vegetazione nell'area oggetto di studio. Danni che colpiscono soprattutto le fasce più deboli della popolazione quelle che, appunto, vivono in aree poco verdi e più inquinate. E, dunque, dal fattore ambientale arriva un'ulteriore conferma delle diseguaglianze economiche e sociali.