Coraggio, innovazione, inclusione. Per fortuna non sono termini astratti quando a declinarli come se fossimo su un libro di latino ci sono gli uomini e le donne dell'Università di Cassino. Non più una cattedrale nel deserto, come per decenni, ma una fucina di competenze capaci di integrarsi con ogni sfida del territorio. Il coraggio? È quello di prendere per mano i ragazzi iscritti e offrire loro le stesse opportunità dei grandi centri. L'innovazione è permanente, spicca in ricerche, collaborazioni, corsi di studio, alta formazione, centri accademici e laboratori apprezzati in tutto il mondo.

L'inclusione, invece, sta diventando un modo di essere e non di intavolare discorsi! E poi c'è il ruolo fondamentale delle donne che nell'epoca Dell'Isola vede una Vice Rettrice al suo fianco, la prima nella storia dell'ateneo. Donna caparbia e competente, la professoressa Margherita Interlandi usa un linguaggio piuttosto incisivo nel raccontare quale Università taglierà finalmente in presenza il nastro alla inaugurazione dell'anno 2021-2022. È ordinario di diritto amministrativo e, tra gli altri incarichi, consigliere giuridico del ministro Mariastella Gelmini (Affari regionali e autonomie) e già consigliere giuridico del ministro Manfredi.

Il taglio del nastro a una Università che cambia in un mondo che cambia. Quale messaggio volete trasmettere? «L'Università di Cassino è pronta a raccogliere le sfide del presente, ovvero quelle di garantire una formazione di base e permanente necessaria a far emergere talenti e a rafforzare le competenze che servono al sistema Paese. La pandemia ha impoverito le famiglie e aumentato l'abbandono degli studi da parte di tanti giovani, che sono la risorsa più preziosa che abbiamo. La nostra missione è assicurare ai giovani del nostro territorio le stesse opportunità che hanno i giovani dei grandi centri urbani, stimolandoli a investire il loro talento in una realtà feconda come quella di Cassino e della provincia di Frosinone».

Il territorio si relaziona sempre di più con l'Unicas nei processi di sviluppo. Che cosa sta accadendo?
«Abbiamo risposto con entusiasmo alle opportunità offerte del Pnrr che, consentitemi di sottolineare, la ministra Messa ha avuto il grande merito di capitalizzare, con interventi coraggiosi, innovativi e inclusivi, come i partenariati sulla ricerca, la realizzazione dei poli tecnologici, e la riforma della disciplina dei dottorati che, finalmente, si apre alle collaborazioni pubblico-privato, e questo, per quanto riguarda il nostro territorio, ci consente di potenziare la sinergia tra i percorsi di alta formazione e le imprese, con importanti ricadute anche sotto il profilo del job placement».

Un vice rettore donna, la prima della storia dell'ateneo. Qual è e quale dovrebbe essere il ruolo delle donne oggi? 
«Il ruolo delle donne oggi deve essere quello di prendere in mano con consapevolezza che il mondo ha bisogno di uno sguardo diverso, non alternativo a quello maschile, ma complementare. È necessario impegnarsi e mettersi in gioco nel ruolo di leadership, portando modelli alternativi di gestione del potere, che le donne, per esperienza, sanno porre a servizio del bene comune e della cura delle persone. E, in questa prospettiva, sono altresì convinta che le donne non debbano aspettare o ambire di essere scelte dagli uomini, ma avere il coraggio di proporsi per il bene del Paese. Questo è un momento fecondo, in cui l'attenzione delle istituzioni è specificamente rivolta al tema dell'empowerment femminile, sia perché sollecitata dal mercato, sia perché il mondo governato dagli uomini è monco di quella prospettiva e sensibilità che guardano alla cura della persona, e che appartengono principalmente alle donne. Un prospettiva di cui c'è un disperato bisogno. Non è un caso che nel mondo accademico, proprio negli ultimi due anni, forse anche come risposta alla fragilità economica e sociale del Paese, ben quattro grandi atenei italiani (Milano Bicocca, Firenze, Padova, Venezia, Roma-Sapienza) siano guidati da una Rettrice. E sono orgogliosa che il magnifico Rettore della nostra Università abbia fatto propria questa prospettiva, proponendo una donna nel ruolo di Vicario. Un ruolo che intendo onorare con grande responsabilità e impegno, con l'auspicio che il punto di vista femminile sia, in questa mia esperienza, un valore aggiunto nella gestione della governance affinché la nostra Università sia una comunità accogliente, inclusiva e meritocratica».