Il Consiglio comunale di Frosinone ha detto no, all'unanimità, al biodigestore. La posizione è stata riassunta in un documento, votato ieri sera, dall'aula «all'esito del dibattito relativo - si legge nell'atto - alla possibilità di realizzare un impianto di produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica, con capacità di ricezione e lavorazione di circa 90.000 tonnellate.

L'area interessata dall'intervento rientra all'interno del Sin, in un contesto territoriale fortemente compromesso dal punto di vista ambientale, come notoriamente indicato dagli enti pubblici e dalle autorità preposte alla vigilanza, prevenzione e tutela del territorio e della salute pubblica». Inoltre «il Dep Lazio - si legge ancora nel documento - ha recentemente pubblicato uno studio afferente l'incidenza dei tumori nella popolazione infantile e adolescenziale (0-19 anni) della regione Lazio relativo agli anni 2009-2015 laddove è emerso che, in provincia di Frosinone, si è registrato il più elevato tasso grezzo e tasso standardizzato di tumori infantili nel Lazio nel periodo indicato».

In base a queste premesse «l'assise civica ed il Consiglio comunale di Frosinone esprimono parere contrario rispetto alla realizzazione dell'impianto in premessa all'interno del territorio comunale di Frosinone e chiedono e impegnano la Regione Lazio, in ordine a tutte le proprie competenze, ad attivarsi immediatamente per sospendere ovvero revocare ogni procedimento autorizzativo volto direttamente o indirettamente alla realizzazione e messa in esercizio del menzionato impianto, oltre a quelle degli altri impianti che adottino tecnologie e procedure similari di trattamento dei rifiuti solidi urbani, con particolare riferimento alla frazione organica degli stessi (Forsu) nell'ambito del Sin».

Una bocciatura senza appelli dell'impianto, in sostanza. «Questa discussione - ha detto in apertura il sindaco Nicola Ottaviani - nasce sull'opportunità o meno di realizzare un biodigestore alle porte della città. Noi riteniamo che questo impianto non vada fatto perché impattante dal punto di vista ambientale e andrebbe a incidere su una situazione già fortemente provata. È evidente che, se ci fermiamo al piano delle competenze, il consiglio comunale non avrebbe titolo ad esprimersi perché il legislatore ha voluto che la materia venisse trattata principalmente dal punto di vista tecnico, ma come amministratori abbiamo il dover morale di esprimere comunque un indirizzo».

«Voglio sgombrare il campo da ogni dubbio - ha proseguito il sindaco - noi riteniamo che le iniziative dei privati siano da sostenere e da non ostacolare, ma l'interesse privato non può superare l'interesse pubblico che, nel caso di specie, è la tutela della salute pubblica. Ritengo che lo strumento dei biodigestori sia utile a chiudere il ciclo dei rifiuti, ma se c'è una normativa che prevede l'i ndividuazione degli ambiti per produzione e lavorazione dei rifiuti non capisco perché quei confini diventino, quando si parla di questa provincia, assolutamente inesistenti.

E mi spiego meglio. Allo stato attuale abbiamo una produzione di Forsu che non supera le 45.000 tonnellate per mezzo milione di persone in Ciociaria e, per il solo capoluogo, parliamo di 4.000 tonnellate. L'impianto che si intenderebbe realizzare a Frosinone andrebbe a lavorare 90.000 tonnellate, secondo le indicazioni del proponente, quindi, in astratto, tutti i rifiuti delle province di Frosinone e Latina potrebbero essere lavorati qui. Tra l'altro, da quello che abbiamo appreso anche dalla stampa, in un raggio di trenta chilometri verrebbero realizzati altri due biodigestori che potenzialmente potrebbero lavorare 270.000 tonnellate di rifiuti, un quantitativo prodotto da 3 milioni di abitanti, due terzi del Lazio. A voi sembra ammissibile? C'è qualcosa che non va. Come è possibile che la politica regionale si volti dall'altra parte?»

«Come è possibile che non vi sia programmazione su questa materia? Mi sembra che si stia ripetendo lo schema di quarant'anni fa con una proliferazione di discariche in questo territorio riempito di rifiuti prodotti non in questa provincia. Se tutti i sindaci dell'hinterland di Frosinone hanno bocciato unanimemente interventi di questo tipo qualcuno dovrebbe incominciare a farsi qualche domanda» ha concluso il sindaco.

Il dibattito consiliare seguente ha visto concordi i consiglieri nel ribadire un concetto chiaro: non è una crociata contro i proponenti del progetto, non esiste una posizione preconcetta nei confronti della tecnologia dei biodigestori, ma la scelta dell'ubicazione è da bocciare per una serie di motivi: estrema vicinanza all'abitato, posizionamento in un'area Sin già fortemente compromessa dal punto di vista ambientale, rischio non escludibile di appesantimento dell'inquinamento.

«Anche la Asl - ha detto il consigliere Danilo Magliocchetti - nelle premesse di una sua comunicazione aveva espresso delle riserve. Viviamo in un territorio ad elevata criticità ambientale. C'è da valutare bene come un impianto del genere possa inserirsi in un contesto del genere». «Abbiamo già dato» ha sottolineato il consigliere Stefano Pizzutelli, mentre il consigliere Gerardina Morelli ha voluto ribadire come sia, invece, prioritario, prima di parlare di biodigestori, «accelerare sulla prevenzione e sulla bonifica. Via Le Lame è all'anno zero, eppure, in questi anni, si sono susseguiti centinaia di annunci mai concretizzati».

«Un biodigestore non può essere realizzato lì, ma va trovata una adeguata allocazione alternativa» ha detto Alessandra Sardellitti. Poi il voto del documento che boccia il progetto. Nota politica a margine: il consiglio si è aperto con la comunicazione dell'ingresso in giusta dell'avvocato Elisabetta Tozzi come nuovo assessore alla polizia locale. Successivamente Fagiolo ha ufficializzato la sua uscita da Fratelli d'Italia, entrando nel gruppo misto; al contempo Marco Ferrara e Sergio Crescenzi hanno dichiarato il loro ingresso nel gruppo di Fratelli d'Italia, confermando al sindaco e all'amministrazione la fiducia e l'appoggio.