Insultata e minacciata fuori dal tribunale. È quanto accaduto all'avvocato Marilena Colagiacomo di Veroli. La professionista, che ha lo studio a Frosinone, è finita nel mirino di un uomo parte nel processo in cui l'avvocato difende un'infermiera. Una storia delicata che vede la morte di un neonato, un dramma enorme per i genitori. Coinvolti nella vicenda alcuni membri del personale sanitario, uno dei quali difeso proprio dall'avvocato Colagiacomo. Già nella precedente udienza, che fu rinviata, ci furono malumori da parte del padre del bambino. E ieri davanti al gip dove si stava discutendo dell'archiviazione a carico di due infermiere finite sotto indagine per la morte del neonato, in aula già l'uomo avrebbe mostrato segni di disappunto.

Considerato quanto accaduto nella precedente udienza, l'avvocato è stato scortato fuori dal palazzo di giustizia da un carabiniere e da un addetto alla sicurezza, passando per scale interne e uscendo lateralmente all'edificio. Proprio all'uscita la donna e le forze dell'ordine si sono trovate davanti l'uomo che ha iniziato a insultare e minacciare con toni molto alti l'avvocato.
«Si è scagliato contro di me urlando e facendosi avanti come per venirmi addosso - ha spiegato l'avvocato Colagiacomo -. Il carabiniere e l'addetto alla sicurezza non mi hanno mai lasciata e, anzi, si sono frapposti tra me e l'uomo per difendermi. Mi ha urlato che io, essendo una donna e una madre, non avrei dovuto occuparmi della difesa della mia assistita, affidandola a un collega uomo. Una situazione davvero difficile da gestire».

Era il primo pomeriggio e in piazza Labriola, a quell'ora c'erano mote persone, alcune delle quali sedute poco distanti in alcuni bar, che hanno assistito alla scena.
Un'aggressione verbale violentissima durata circa dieci minuti. «Le forze dell'ordine mi hanno scortata fino all'auto parcheggiata davanti alla chiesa di Sant'Antonio ha aggiunto l'avvocato Colagiacomo L'uomo ci ha seguito fino ai portici, per poi allontanarsi». Un'aggressione che ha lasciato molti senza parole sia chi ha assistito, sia i colleghi, sia la Colagiacomo stessa. Un episodio aggravato da un'ulteriore discriminazione, ovvero quella di genere. «L'uomo continuava a dire che in quanto donna non avrei dovuto accettare l'incarico lasciandolo fare ad un collega uomo. Questa è una discriminazione di genere», ha evidenziato la Colagiacomo. Epiteti volgari all'indirizzo della professionista e poi la minaccia: ti vengo a cercare.

L'avvocato, che in passato aveva difeso Franco  Castagnacci per il l'omicidio Morganti, era già finita nel mirino dell'opinione pubblica. In quel caso, però, i primi ad uscire dal tribunale furono altri colleghi che vennero insultati dalle persone che si trovavano all'esterno, per cui le forze dell'ordine decisero di trattenere l'avvocato Colagiacomo nella struttura. «Per quanto accaduto sto valutando se sporgere denuncia ha spiegato la professionista Non possiamo sentirci minacciati nel fare il nostro lavoro. Inoltre il fatto che io sia una donna, una madre, non significa che non possa fare questo lavoro a tutela di chi ha diritto ad essere rappresentato.
Per quanto io voglia comprendere il dolore di una tragedia come questa, tutti hanno il diritto ad una difesa tecnica».

Abbiamo chiesto all'avvocato cosa rappresenta per lei questo episodio, se è più forte la paura o se è più forte la dedizione per il suo lavoro. L'avvocato Colagiacomo, sebbene ancora agitata per quanto subìto, non ci ha pensato due volte e con voce ferma e decisa ha detto: «Non nego di essere molto scossa per quanto accaduto, ma sicuramente continuerò a fare il mio lavoro con scrupolo e determinazione, come ho sempre fatto. Se sono arrivata qui nella mia vita lavorativa è per l'impegno, la dedizione e lo studio. Tutti hanno diritto ad essere rappresentati a livello legale».