Ancora truffe agli anziani, nuovi arresti. La tecnica usata per raggirare una pensionata di Spoleto è la stessa utilizzata qualche settimana fa da altri delinquenti. Ad arrestare sia gli uni che gli altri sono stati gli agenti della Sottosezione A1 di Cassino.
Un'operazione che si inserisce in un solco ben preciso e che sta portando a importanti risultati. A bloccare la Panda con i due truffatori a bordo, nel tratto di competenza, sono stati gli agenti cassinati che, insospettiti dal nervosismo che traspariva dal loro comportamento, hanno approfondito le verifiche.
Strane e molto contraddittorie le spiegazioni offerte anche sul biglietto d'ingresso: non hanno saputo offrire dettagli credibili. E sono scattate le ispezioni.

Nel portaoggetti, lato passeggero, gli agenti hanno rinvenuto una bustina di cellophane contenente numerosi gioielli in oro, anelli, catenine, spille e una cospicua somma di denaro: l'intera refurtiva. Gli agenti hanno così attivato una complessa attività d'indagine riuscendo a risalire alla proprietaria: una pensionata di Spoleto. I due, un ventenne e un cinquantenne di Napoli, avevano contattato telefonicamente la donna umbra spacciandosi per un maresciallo dei carabinieri e un intermediario, specializzato in legge. Il finto carabiniere comunicava che il marito era stato multato in quanto sprovvisto di copertura assicurativa della propria auto e coinvolto in un incidente. E per questo chiedeva di pagare 4.000 euro e consegnare anche monili in oro a un intermediario che si stava recando nella sua abitazione. Così l'anziana ha consegnato il dovuto temendo il peggio. Preso il malloppo, i truffatori sono scappati verso Napoli. Ma a Cassino sono stati fermati e arrestati.

Misura convalidata, sono stati quindi rimessi in libertà in attesa di giudizio. Poco più di una settimana prima sempre gli agenti della Sottosezione A1 di Cassino avevano fermato altri due campani che spacciandosi per un avvocato e un carabiniere si erano fatti consegnare da un'anziana abruzzese soldi e oro per oltre 10.000 euro. L'anziana aveva infatti ricevuto da parte del sedicente maresciallo dei carabinieri una telefonata con la quale le veniva comunicato che se non avesse consegnato a un avvocato che si stava recando a casa sua tutto ciò che di prezioso aveva in casa, il figlio sarebbe stato recluso in carcere. Anche in quel caso, i truffatori esano stati arrestati e il bottino restituito.