Ormai è guerra di numeri, tra società Energia Anagni e l'associazione dei medici di famiglia per l'ambiente di Frosinone e provincia, sull'impianto di biodigestione previsto in località Selciatella di Anagni. I medici avevano fornito alcuni dati, l'amministratore delegato della società che ha proposto il biodigestore, Simone Malvezzi, li aveva contestati illustrando il progetto, i primi tornano a confermarli tramite Giovambattista Martino e Antonio Necci, i medici rispettivamente coordinatore e referente dell'associazione. Sottolineando che si vuole «far apparire un vantaggio energetico per la collettività quello che in realtà è un danno colossale per i cittadini.

Nessun equivoco e nessuna fuorvianza - replicano a Malvezzi - solo la verità documentata dai numeri. Non avrà l'ad giudicato "scorretto e fuorviante" il comunicato dei medici solo perché è stato alzato il velo sulle mistificazioni della falsa propaganda relativa ai biodigestori? Nel mentre, dei 4 milioni ed oltre di produzione di biometano dichiarati alla stampa dall'Ad della società, non troviamo, al momento, riscontro. La provincia di Frosinone produce circa 35.000 tonnellate/anno di rifiuti organici che, in funzione del biodigestore di volta in volta da sponsorizzare, vengono alternativamente attribuite con disinvoltura a Frosinone, ad Anagni oppure a Patrica».

Replica anche sul "compost biologico, un prezioso ammendante" «che per essere di qualità - sostiene l'associazione - richiede un controllo meticolosissimo dei rifiuti conferiti in entrata. Purtroppo quello cui fa riferimento l'ad presenta caratteristiche tali da poter essere bandito da tutte le coltivazioni dato che la selezione dei rifiuti in entrata nel biodigestore di Anagni avviene a vista». Intanto, per l'impianto si va verso l'esito della richiesta di Aia (autorizzazione integrata ambientale). La conferenza dei servizi è prevista il 6 aprile e qualche giorno prima, sabato 2, il comitato "No biodigestore" terrà un sit-in sotto il portico comunale.