Di solito l'acqua serve per spegnere gli incendi. Succede a Frosinone, invece, che sia il più delle volte terreno di contesa, anche aspro, e "infiammi" le polemiche. Un recente studio elaborato dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha evidenziato come Frosinone resti in testa alla classifica dei capoluoghi di provincia italiani più cari con una spesa media per l'acqua a famiglia di 847 euro (se si consumano 150 mc la spesa è di 600 euro).

La circostanza è stata ripresa da Stefania Martini, presidente provinciale del Partito democratico di Frosinone, per polemizzare con l'amministrazione comunale: «A Frosinone si paga la bolletta dell'acqua più alta di Italia. Il confronto con altre realtà è a dir poco imbarazzante. Ogni nostra famiglia ha una spesa media di 850 euro l'anno, mentre a Milano, per fare un esempio, lo stesso nucleo pagherebbe 162 euro. Ma non bisogna andare così lontano per comprendere la gravità dei fatti. A Viterbo e Latina, per restare nella nostra regione, il costo medio si aggira sui 500 euro, a Rieti 360, a Roma 411. Una differenza enorme rispetto a noi.

Un vero salasso per i cittadini del capoluogo, ancor più impattante se si pensa agli incrementi sul prezzo di energia e gas di questo periodo». «Eppure - prosegue Martini - oltre il danno, siamo stati costretti a subire anche la beffa. Chi non ricorda la città sommersa da manifesti dell'amministrazione Ottaviani esultante per aver cacciato Acea e aver prodotto risparmi sul costo della tariffa? Purtroppo quello che raccontiamo rappresenta l'ennesima, gravissima, presa in giro di questa amministrazione. E a pagare, poi, sono sempre i cittadini».

A strettissimo giro è arrivata la risposta del consigliere comunale della "Lista per Frosinone" Sergio Verrelli: «Cara Presidente del Pd, verrebbe da dire "re melius perpensa". Ogni volta che viene affrontata la questione delle tariffe idriche e del costo esorbitante dell'acqua nei rubinetti della provincia di Frosinone, il Partito democratico prova un imbarazzo talmente forte, per essere stato il principale fautore dell'attuale convenzione, che cerca di buttarla in "caciara", non ammettendo le proprie responsabilità.

Quella convenzione, ormai datata circa 18 anni fa, porta nomi e cognomi precisi che sedevano all'amministrazione provinciale ed erano comodi compagni di partito dell'ex assessore comunale Stefania Martini, sempre attenta, negli anni, a non attaccare mai il gestore idrico, perché evidentemente il coraggio non dimora da quelle parti. Viceversa, l'amministrazione Ottaviani non solo ha promosso la risoluzione del contratto con Acea, attualmente sottoposto alla valutazione dei giudici amministrativi e civili, ma si è anche costituita parte civile nel relativo procedimento penale, chiedendo oltre 10 milioni di euro di danni per risarcire il Comune e la collettività.

Capisco, dunque, che essendo ormai da troppi anni lontana dal consiglio comunale, in quanto non rieletta, avverta oggi una forte "saudade" per quei banchi, ma questa "sete" di ritorno, se continua così, sarà costretta a coltivarla per ancora molto tempo, potendo comunque continuare a presentarsi, ovunque, come presidente del Pd, politicamente votata, soltanto, ai buchi nell'acqua».