Non più bene di necessità, ma quasi bene di lusso. Tale sta diventando l'acqua a Frosinone se si prende come parametro di riferimento il dato elaborato dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell'ambito del progetto "RE-USER: usa meglio, consuma meno", finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Le tariffe sono indicate rispetto ad una famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo di 192 metri cubi. Frosinone resta in testa alla classifica dei capoluoghi di provincia italiani più cari con una spesa media a famiglia di 847 euro (se si consumano 150 mc la spesa è di 600 euro), mentre Milano conquista la palma di capoluogo più economico con 162 euro, seguita da Trento con 163 euro. Gli incrementi più elevati si registrano a Savona, Matera e Potenza: per tutte e tre le città la variazione all'insù è del 13,5%. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Molise (183 euro), quella con la spesa più elevata è la Toscana (729 euro, +2,7%.).

Notevoli spesso le differenze tariffarie anche fra i singoli capoluoghi di provincia della stessa regione: nel Lazio, a parte Frosinone che detiene il primato nazionale della tariffa più cara,si va dai 547 euro di Viterbo ai 368 euro di Rieti. Complessivamente è di 544 euro la cifra spesa nel 2021 da una famiglia laziale per la bolletta idrica (460 euro la media nazionale), con un aumento del 2,3% rispetto al 2020.

In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, emerge che a livello nazionale va disperso il 36% dell'acqua immessa, con evidenti differenze fra le singole regioni e anche fra i singoli capoluoghi della stessa regione. Nel Lazio, ad esempio, si passa dal 70% di Latina al 33% circa di Roma, mentre Frosinone migliora rispetto al passato scendendo al 53,6%.

In fattura 187 litri per abitante al giorno. «La crisi economica imposta dalla pandemia e che rischia di aggravarsi con la guerra in Ucraina, dovrebbe imporre con ulteriore forza la necessità di preservare risorse preziose. L'acqua non va sprecata, tramite un uso poco accorto e non responsabile, e non può essere dispersa, a causa di infrastrutture vetuste», dichiara Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva.

«Il tasso di dispersione idrica continua ad essere molto elevato soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, in molte delle quali il permanere di una governance incompiuta impedisce di avanzare su infrastrutture e qualità del servizio» conclude Tiziana Toto.