Delitto di Arce, dopo quasi un mese di stop dall'ultima udienza è ripartito ieri il processo che servirà a far luce sulla morte di Serena. A dominare, ancora una volta, sono stati molti non ricordo dei testimoni. Ma l'attenzione è stata focalizzata su una assenza "fisica": quella di Sonia Da Fonseca, confidente di Anna Rita Torriero - amica di Santino Tuzi - che potrebbe aver raccoltole "confessioni" della Torriero sia in merito alla presenza di Serena in caserma, sia quelle relative ad altri aspetti legati alla morte del brigadiere.

Una testimone chiamata a confermare o a smentire circostanze che potrebbero avere nella dinamica processuale un certo peso: sarebbe stata proprio lei ad aver raccolto il racconto della Torriero che conosceva Serena (che aiutava la figlia in classe) e che conosceva la caserma. Ieri, però, l'attesa per la deposizione della Da Fonseca è stata vana: due le raccomandate andate a vuoto come pure l'intervento di un ufficiale giudiziario, la cui relazione è stata negativa.

Come se la donna italo-brasiliana non abitasse più all'indirizzo di Ceprano. La Corte ha invitato la difesa Mollicone a eseguire un altro tentativo, con la richiesta a comparire venerdì prossimo. Quanto a conoscenza della Da Fonseca potrebbe avere un peso specifico, offrendo dettagli non di secondo piano. Ecco perché, a margine dell'udienza in Corte d'assise, è stata proprio la figlia di Santino Tuzi a lanciare un appello alla testimone-chiave affinché si renda reperibile. «La stiamo cercando perché possa venire a testimoniare in un processo in cui si sta cercando la verità sulla morte violenta di una ragazza. Tutto ciò che sa deve venire a riferirlo in aula - ha dichiarato Maria Tuzi - senza alcun timore». Appello a cui si è associato poi anche l'avvocato Dario De Santis.

Serena non usò mai droghe
La prima parte del processo, ora quasi alle battute finali per quanto concerne la lista testimoniale dei pm Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco, è stata dominata dall'escussione di due amici di Marco Mottola, accusato insieme al padre Franco e alla madre Annamaria dell'omicidio di Serena. A processo, lo ricordiamo, anche altri due militari: Francesco Suprano (accusato di favoreggiamento) e Vincenzo Quatrale (accusato di concorso morale nell'omicidio e di istigazione al suicidio di Santino Tuzi).

«In quel periodo ad Arce la situazione era un po' ingarbugliata. Ricordo che morirono molti miei amici, si spacciava e si consumava droga facilmente. Non ho mai visto cedere stupefacente a Marco Mottola - ha affermato Francesco Quattrucci, amico di Marco - Né so che Serena abbia mai assunto stupefacenti». Il testimone non ricorda alcuni dettagli ma rammenta perfettamente di essere stato spesso controllato dai carabinieri: «Anche tre perquisizioni al giorno, non è che non ci controllavano. Anzi. Mi spogliavano persino in casa, sia i carabinieri di Pontecorvo che i colleghidi Arce» prosegue. L'altro amico di Marco, Danilo Tomaselli, aggiunge: «Per me è vero quello che dissi a suo tempo. Serena - aggiunge - non faceva affatto uso di stupefacenti».

Entrambi hanno poi riferito di essere stati controllati nel primo pomeriggio del 1° giugno uno dal maresciallo Mottola, l'altro da Suprano. Elemento che per le difese degli imputati sarebbe la prova del fatto che gli ordini di servizio non siano stati contraffatti. Fari puntati pure sul trasferimento del maresciallo in Campania. Ascoltati quindi anche la zia di Serena, Filippa Di Folco - che la vede l'ultima volta in una data antecedente al 1° giugno - e uno studente universitario che dal pullman vede la studentessa fare l'autostop da sola per far ritorno ad Arce. Assente, invece, un altro teste citato che non sarebbe comparso per un presunto disturbo di personalità: il presidente Capurso verificherà con la nomina (già disposta) di un perito. Sfoltita e non di poco la lista testimoniale: molte le rinunce. Nella prossima udienza, in cui è attesa ancora la Da Fonseca, prevista l'escussione di sette persone tra le quali anche il fratello di Guglielmo, Antonio Mollicone.