Due anni fa i carabinieri lo avevano arrestato per spaccio di droga, tanta droga: cinque chili di hashish e uno di cocaina. Per questo era stato processato e condannato. Ma la misura alternativa al carcere non gli è bastata, così l'uomo ha finito per tornare in cella. Protagonista della vicenda è D. C., 39 anni, sorano. Nel febbraio del 2019 era stato arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Sora perché trovato in possesso di cinquanta panetti da un etto di hashish e di un blocco di cocaina da un chilogrammo. La droga era contenuta all'interno di uno scatolone nella sua auto. Un quantitativo rilevante.

Il blocco di cocaina aveva un'etichetta con la scritta "oro" e la stessa scritta era impressa con uno stampo sulla forma. I militari dell'Arma lo avevano bloccato ad Arce al termine di un pedinamento durato tutto il pomeriggio, nel tentativo di riscontrare una serie di informazioni acquisite, con il controllo dell'auto effettuato dai carabinieri della stazione di Fontana Liri che avevano predisposto un posto di blocco. L'uomo è stato quindi sottoposto al processo e condannato in via definitiva a quattro anni; stava scontando il residuo di pena nella propria abitazione, a Sora, con un provvedimento di affidamento in prova ai servizi sociali.

Nel corso dei controlli effettuati, nei giorni 24 febbraio e 3 marzo i carabinieri lo hanno cercato invano sia sul posto di lavoro, dove era autorizzato a recarsi in determinati orari, sia nella sua abitazione: non c'era. È scattata così la segnalazione all'Ufficio di sorveglianza di Frosinone che, dopo aver espletato le verifiche del caso, ha disposto che il trentanovenne sorano tornasse in carcere. L'altro ieri pomeriggio i carabinieri della stazione di Sora hanno proceduto all'arresto e nella mattinata di ieri alla traduzione in carcere. Per il momento è scattata la revoca della misura meno afflittiva, con il ripristino della detenzione in carcere, ma quanto accaduto sarà oggetto di ulteriore valutazione da parte della autorità competenti.