Nessuna impresa, grande, media o piccola, potrà reggere un impatto così rapido e devastante. La situazione sta andando fuori controllo e servono subito misure efficaci e immediate. I cantieri, sia quelli delle piccole ristrutturazioni immobiliari sia quelli delle grandi opere, rischiano di chiudere, anzi da qualche parte sta già succedendo, e il Pnrr rischia di fallire, tanto che, in uno scenario non tanto irreale, si potrebbe anche procedere a una scrematura dei progetti, destinando i fondi a quelli più urgenti e strategici in caso di in insufficienza delle risorse.

L'allarme lanciato da Ance è forte. «Una tempesta perfetta che è destinata a bloccare i cantieri italiani» secondo il presidente di Ance Frosinone Libero Angelo Massaro, che evidenzia: «Ci troviamo costretti a fermare i cantieri anche a causa di un sistema di revisione prezzi assolutamente inadeguato, sia per le opere pubbliche e ancor peggio per gli appalti privati. Vorrei segnalare l'esempio emblematico della gara di appalto per la realizzazione del ponte dei Congressi di Roma che, come avevamo ampiamente previsto, è andata deserta, in quanto sarebbe stato antieconomico presentare un'offerta senza un aggiornamento dei prezzi.

Segnali inequivocabili – prosegue Massaro – di un radicale cambiamento di scenario in cui le nostre aziende non possono più immolarsi né a raggiungere compromessi la ribasso». Le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno producendo straordinari incrementi dei prezzi di acquisto praticati dalle aziende fornitrici, nazionali ed estere. In particolare, a partire dagli ultimi mesi del 2020, si registra un eccezionale aumento dei prezzi dell'acciaio, del cemento, dei prodotti petroliferi, del rame, dei materiali plastici e dei loro derivati, solo per citarne alcuni, con una vertiginosa impennata dei relativi costi che sta determinando un'alterazione dell'equilibrio contrattuale insostenibile per le Imprese, non solo edili.

A ciò si aggiunge un rincaro straordinario dei costi dell'energia elettrica, del gas e del petrolio, che, iniziato dalla seconda metà del 2021, si è ulteriormente aggravato a causa delle note vicende del conflitto russo-ucraino, e ha indotto il Governo e le istituzioni a descrivere lo scenario nazionale in termini di economia di guerra. Solamente per cercare di capire la dimensione del possibile danno in provincia di Frosinone, il blocco dei cantieri per le difficoltà sopravvenute potrebbe riguardare 1.230 imprese del settore edilizio con 6.500 addetti che sviluppano una massa salariale di 65.000.000 di euro.

In più investimenti pubblici per centinaia di milioni di euro, come poche volte si era visto in passato nell'area urbana di Frosinone, rischiano un dannoso rallentamento. Uno scenario da scongiurare. L'emergenza sanitaria da pandemia prima e il conflitto ucraino ora stanno causando degli effetti devastanti sul mercato dei materiali. Nelle ultime settimane, sia per l'approvvigionamento che per lo spropositato aumento del costo di molti beni necessari per i costruttori edili, i prezzi sono schizzati alle stelle: ferro e acciaio sono cresciuti quasi del 150%, il legno è pressoché raddoppiato (+97%), i polipropileni saliti di circa l'80%. La crisi del gas e del petrolio ha fatto alzare il prezzo del conglomerato bituminoso in pochi mesi da 2-3 euro a tonnellata a 12-13 euro (+600%).

Se non ci saranno risposte immediate e straordinarie in termini di revisione dei prezzi si fermeranno inevitabilmente i cantieri. Una procedura per comunicare alle stazioni appaltanti la sospensione dei cantieri causa forza maggiore è stata predisposta attraverso la direzione opere pubbliche di Ance. Anche i prezziari di riferimento necessitano di essere costantemente aggiornati, chiedono a gran voce i costruttori.

Sempre più gare di appalto, bandite con parametri non aggiornati, rischiano di andare deserte, come ha evidenziato recentemente anche il presidente dell'Anac. Questo metterebbe a rischio la realizzazione di molte opere pubbliche necessarie per le nostre città, comprese quelle inserite nel Pnrr, ed anche la possibilità di far funzionare i bonus fiscali.

Il messaggio dunque è chiaro: in assenza di contromisure necessarie come l'adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti, poche o nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate, anche dal piccolo privato, e, di questo passo, del Pnrr non resterà che la sola carta.