Di male in peggio! Si aggrava ulteriormente la crisi dei microchip e l'approvvigionamento diventa sempre più complicato. Con ricadute in ogni stabilimento, ma a pagarne - per adesso - le conseguenze più alte è Melfi. La guerra in Ucraina, che si aggiunge alla «crisi già in corso per l'approvvigionamento dei semiconduttori», tale da rendere «al momento non più percorribile l'ipotesi di salita produttiva» per lo stabilimento in provincia di Potenza dove si producono 500X e Jeep Renegade e Compass.

La sintesi è quella che arriva a conclusione dell'incontro fra la direzione di stabilimento e i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf. Da aprile, precisamente dal 4, i turni di lavoro scenderanno da 17 a 15, «con un conseguente esubero giornaliero provvisorio di 1.500 unità». L'azienda, in un primo momento, ne aveva previsti ben 20. Tutte le sigle sindacali hanno così schematizzato lo scenario di pura emergenza.

Al centro della discussione, l'analisi del perdurare e dell'acuirsi delle problematiche legate all'approvvigionamento dei semiconduttori. «L'azienda ha esplicitato in modo chiaro che in aggiunta alla crisi già in corso per l'approvvigionamento dei semi conduttori, in queste settimane, la drammatica situazione della guerra tra Russia e Ucraina, che vede quei territori come produttori leader di materia prima per la costruzione dei microchip, aggrava sempre di più qualsiasi tipo di programmazione produttiva.

In tal senso, l'ipotesi di salita produttiva, annunciata nelle settimane scorse, al momento non è più percorribile e a partire dal 4 aprile lo stabilimento passerà dagli attuali 17 turni a 15 turni, con un conseguente esubero giornaliero provvisorio di 1500 unità. Questa situazione pone l'esigenza di rivedere anche lo strumento di ammortizzatori sociali in essere; infatti a partire dal 4 aprile sarà riproposto un contratto di solidarietà con le nuove regole del 2022 che prevedono una "riduzione massima dell' 80% di stabilimento».

Le organizzazioni sindacali e la Rsa, esprimendo grande preoccupazione per la situazione congiunturale che purtroppo vede un aggravarsi della situazione produttiva, ritengono, anche considerato che gli ammortizzatori sociali in essere hanno una durata che non va oltre il mese di luglio, indispensabili, come già annunciato dal Governo, strumenti straordinari per affrontare questo momento drammatico e di transizione e per dare un aiuto concreto al reddito dei lavoratori che da un lato viene falcidiato da mancanza di lavoro e dall'altro dall'aumento del petrolio e dell'energia.

«In attesa dell'incontro del prossimo martedì 22 marzo con Stellantis, le organizzazioni sindacali metteranno in campo ogni azione utile affinché dalla Regione e dal Governo non arrivino solo annunci ma fatti concreti affinché a Melfi non si perda nessun posto di lavoro. Inoltre la delegazione sindacale ha richiesto un incontro specifico per trattare la tenuta occupazionale di tutta l'area industriale di Melfi, in linea con l'accordo del 25 giugno; oggi bisogna, in particolar modo vista la situazione attuale, evitare di fare efficienza sui lavoratori».

L'allarme sindacale e gli appelli al governo sono sempre stati insistenti. A più riprese, anche a Cassino Plant, la produzione ha subito rallentamenti e fermi produttivi proprio a causa della carenza dei microchip. La guerra Russia e Ucraina ha fatto il resto, dal momento che si combatte in aree produttrici leader della materia prima utilizzata per costruire i microchip. Un altro campanello d'allarme in una situazione già critica. A Cassino si attende la presentazione, a giorni, del suv Grecale mentre c'è ancora mistero sui muovi modelli elettrici che potrebbe vedersi assegnati lo stabilimento. Un presidio industriale all'avanguardia ma ancora a turno unico a rotazione. Ecco perché l'ennesimo "colpo" viene guardato con ansia!