I recenti fatti di cronaca che hanno riguardato il "Caffè Minotti, con sette colpi di pistola esplosi contro le vetrine del locale, hanno accesso la polemica sulla sicurezza in città. Confcommercio Lazio Sud Frosinone è intervenuta con una nota esprimendo «preoccupazione su quanto sta accadendo nel capoluogo in merito alla sicurezza. Alla luce dei fatti che hanno segnato la città, nei giorni scorsi, che confermano come il territorio sia ormai in balia di atti criminosi, il presidente Gallo non può che lanciare l'allarme e chiedere all'Amministrazione comunale di attivare, dopo cinque anni dai proclami, quello che è il progetto di videosorveglianza».

«La percezione che si ha oggi – ha sottolineato Confcommercio Frosinone – è quella di vivere in una città insicura. Le persone hanno paura, così i commercianti. Sicurezza e ordine sociale, da qui è necessario ripartire se vogliamo dare una vera e propria identità ad un capoluogo che sta morendo lentamente.
Sono cinque anni che attendiamo dal Comune, quelle che sono le risposte che dovevano arrivare dal progetto "Città in video". Ce lo hanno presentato come la soluzione a tutti i mali e noi ci abbiamo creduto.
Oggi siamo costretti, invece, a lanciare l'enne simo grido d'allarme sulla sicurezza. Un problema che si va ad aggiungere a tanti altri che ha questa città».

A stretto giro è arrivata la risposta dell'amministrazione comunale con l'assessore al commercio Antonio Scaccia: «Il progetto di videosorveglianza introdotto dall'amministrazione Ottaviani – ha dichiarato l'assessore Scaccia, in riferimento a quanto espresso a mezzo stampa da Confcommercio Lazio sud - è attivo già da oltre cinque anni. A gennaio 2017, infatti, le telecamere funzionanti nel nostro capoluogo nell'ambito di "Città in video" erano, inizialmente, 350. A distanza di 5 anni, si contano, in tutto il territorio, urbano e periferico, ben 800 dispositivi elettronici comunali, permettendo, così, a Frosinone, di raggiungere la percentuale più alta in Italia per rapporto tra sistemi di sicurezza e numero di abitanti residenti.

La sicurezza collettiva ha spesso beneficiato, anche in passato, delle immagini raccolte dai dispositivi elettronici installati per il progetto "Città in video", coordinato dal responsabile del Ced, Sandro Ricci.
Gli stessi uffici comunali forniscono, quasi quotidianamente, utili strumenti di indagine alle forze dell'ordine che, regolarmente, procedono all'acquisizione dei filmati e delle videoregistrazioni per prevenire la commissione di reati o, come spesso accaduto, per fornire validi strumenti probatori all'autorità giudiziaria. La sicurezza collettiva è certamente migliorata con risultati evidenti, a beneficio dell'intera comunità.

Il municipio non ha competenza in materia di ordine pubblico ma, ovviamente, offre piena disponibilità e collaborazione nei confronti delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria, per valorizzare al massimo i profili della prevenzione e della deterrenza. Le immagini riprese dalle telecamere costituiscono dati sensibili che vengono gestiti direttamente dal Ced: solo Polizia locale e forze dell'ordine possono accedervi. Fortunatamente – ha concluso Scaccia – la stragrande maggioranza dei commercianti del capoluogo, soprattutto tra quelli che non fanno politica o quelli che non si limitano solo a piangersi addosso, è al corrente di quanto fatto dal Comune in questi anni, anche sfruttando le opportunità messe a disposizione dalla tecnologia, a favore di coloro che, con tanti sacrifici, portano avanti il tessuto economico della città».