Proseguono le indagini per risalire all'autore dell'atto intimidatorio ai danni del Caffè Minotti di via Marittima a Frosinone. Il secondo atto vandalico segue di quattro giorni l'esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di colui che, il 24 dicembre scorso aggredì, il titolare del locale a seguito dell'ennesimo rifiuto di consegnare somme di denaro. Sette i colpi che sono stati esplosi con una pistola e che hanno trapassato la vetrina e il muro del noto locale della parte bassa del capoluogo, andandosi a conficcare in una parete dove i carabinieri hanno recuperato i proiettili.

Il raid si è verificato intorno alle 2.30 nella notte tra mercoledì e giovedì. A lanciare l'allarme alcuni residenti che sono stati svegliati dal rumore dei colpi esplosi. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri che hanno avviato tutti gli accertamenti. Indagini serrate degli uomini dell'Arma. D'ausilio anche le telecamere.
Telecamere che avrebbero ripreso una persona dall'altra parte della strada. Preoccupa non solo l'uso dell'arma utilizzata, appunto, dall'altra parte della strada, ma soprattutto il numero dei colpi, ben sette, e l'altezza. Perché fatta eccezione di un paio di colpi, gli altri sono stati esplosi da un'altezza compatibile con quella di un uomo.

Si indaga anche per accertare l'eventuale compatibilità dei proiettili con la pistola in dotazione a qualche pregiudicato. Ieri è stato sentito dagli inquirenti il titolare del Caffè Minotti, conosciuto e stimato da molti. Minotti ha riferito di non aver motivo di astio e contrasti con nessuno e, anzi, di aver ricevuto dopo l'episodio dell'aggressione del 24 dicembre scorso e del primo atto intimidatorio tre giorni dopo, ampia solidarietà da parte di amici, conoscenti e clienti che hanno continuato ad affollare il locale di grande qualità nella parte bassa di Frosinone. Dopo il raid dell'altra notte, tanti altri i messaggi di vicinanza alla famiglia Minotti e di condanna per l'atto intimidatorio. Messaggi arrivati anche dal mondo politico. Come detto le indagini proseguono senza sosta per fare luce sul secondo atto intimidatorio a distanza di tre mesi.