Mattinata di proteste e caos, quella di ieri all'ufficio postale di via della Peschiera dove, quasi quotidianamente, gli anagnini si recano per reclamare la corrispondenza che da tempo non arriva regolarmente a domicilio. E soltanto dopo aver minacciato di far intervenire i carabinieri, nel frattempo interpellati al telefono, un cittadino ha risolto il suo problema. Poco prima delle nove, l'uomo si è presentato per ritirare una lettera spedita il 18 gennaio e mai recapitata, contenente un bancomat.

A fronte delle sue rimostranze per il disservizio, l'addetto lo avrebbe invitato ad esporre in modo chiaro il suo nome sulla cassetta postale (che c'è, assicura l'interessato) e con modi non troppo cordiali (secondo l'utente gli avrebbe sbattuto la porta in faccia). Allora il cittadino ha chiamato i carabinieri al telefono facendolo presente all'impiegato che, a quel punto, lo ha fatto parlare con il direttore. Mentre altri numerosi utenti alzavano la voce per lo stesso problema: la posta non viene recapitata oppure questo avviene con forti ritardi, una situazione che costringe i destinatari a pagare spesso bollette ormai scadute e, quindi, con il sovraccarico della mora.

Il disservizio va avanti da tempo, causato soprattutto dall'assenza di portalettere titolari nella maggior parte delle zone, quasi sempre affidate a postini con contratti a tempo determinato che fanno fatica a servire un territorio poco conosciuto e molto vasto. Senza contare che il loro orario di servizio deve iniziare e terminare non sul luogo di lavoro (Anagni), ma ad Alatri dove si trova il centro smistamento della corrispondenza. Negli ultimi giorni, oltre all'ormai cronico problema della posta che rimane bloccata per giorni nell'ufficio di Anagni anziché arrivare nelle case, ne è sorto uno nuovo: le lettere lasciate a indirizzi diversi da quelli dei reali destinatari.

Con tutte le conseguenze del caso: corrispondenza persa (non tutti rispediscono la posta avuta per sbaglio) e violazione delle norme sulla privacy (quanto ricevuto per sbaglio può venire visionato facilmente). In questo caso, però, non è chiaro se si tratti di un disservizio di Poste Italiane o di società private.