Al dramma dei morti, degli sfollati, degli aiuti umanitari, delle bombe che continuano a cadere
sull'Ucraina va sommandosi nel settore turismo la preoccupazione per le ricadute che tutto questo potrà avere sul piano economico per le imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione nel caso di un aggravamento del conflitto e l'eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia.

Le stime ipotizzano un aumento per la spesa energetica che potrebbe raggiungere il 160% in più rispetto al 2021, come confermato anche da Confcommercio.
Il quadro generale delle aziende fiuggine era già molto complicato prima dello scoppio della pandemia per tutta una serie di ragioni, legate alla crisi del termalismo, agli errori dei quali si era resa protagonista la politica locale negli anni passati e da ultimo agli effetti devastanti del Covid-19 sul turismo. Proprio mentre si cominciava a
intravvedere uno spiraglio di luce infondo al tunnel, in funzione anche del bando di gara per la privatizzazione di Acque e Terme Fiuggi S.p.A., quindi il probabile arrivo di quella finanza privata necessaria agli investimenti per il rilancio del distretto termale, ecco una nuova emergenza, questa volta legata all'approvvigionamento energetico,che rischia di sdraiare a terra in via definitiva quelle partite Iva più fragili che oggi continuano a resistere anche se con
l'acqua alla gola.

Il prezzo del gas a inizio febbraio era intorno a 80 euro per megawattora, per salire a 120 il giorno dell'inizio del conflitto e sfondare la quota record di 300
euro ieri sul mercato di Amsterdam. Soltanto un anno fa era quotato intorno ai 25 euro. Così pure per l'elettricità, con prezzi che viaggiano su valori record.

L'evolversi della crisi russo-ucraina è ancora molto incerto ed è quindi è difficile ipotizzare scenari futuri. Se però, come auspicato, si dovesse arrivare ad un cessate il fuoco e a un accordo duraturo i prezzi scenderebbero in maniera significativa, di almeno il 40%, e ciò porterebbe la spesa del settore di nuovo verso valori più normali, non distanti da quelli del 2021. Questo per Fiuggi significherebbe la sopravvivenza di molte partite Iva.