Da una parte il cuore a pezzi per la tragedia che si è abbattuta sulla sua gente, sul suo Paese barbaramente violato in questi giorni dall'armata russa. Dall'altra la necessità di svolgere al meglio il suo ruolo di difensore centrale nelle fila dell'Atletico Terme Fiuggi che milita nel campionato di serie D. Giorni difficili per Sergio Yakubiv, 20 anni, nazionale ucraino under 18, con il cartellino di proprietà del Crotone con il quale ha già collezionato diverse convocazioni in prima squadra quando militava ancora in serie A. Poi, due anni fa il terribile infortunio, la frattura del crociato, l'intervento chirurgico per la ricostruzione, prima di tornare in campo l'estate scorsa con i colori della città termale.

Il prossimo anno probabilmente tornerà a Cotone, ma tutto questo per lui oggi viene in second'ordine. Nella sua testa soltanto la paura, il dolore e i lutti per la guerra che si sta combattendo nella sua Ucraina.
«Sono molto preoccupato per i miei nonni, gli zii e i cugini che vivono a Sambir, una cittadina vicina Leopoli, con il nostro aeroporto bombardato nei giorni scorsi dall'esercito russo. I miei nonni che sono riuscito a contattare telefonicamente racconta Sergio mi hanno parlato di grandi esplosioni di terrore difficile persino da descrivere. Insieme ai miei genitori, che vivono a Roma, abbiamo tentato di portarli in Italia attraverso i corridoi umanitari, ma loro sentono forte il legame con la nostra terra, non vogliono abbandonare i luoghi dove sono nati e dove vivono, dove c'è tutto quel poco che hanno. In Ucraina in questi giorni è forte il senso di appartenenza alla nostra patria ed è difficile convincerli».

Sergio è molto preoccupato anche per Ostap, il suo amico del cuore: «Non lo sento ormai da quattro giorni, si è arruolato ed è sul fronte, non riesco più ad avere sue notizie. Speriamo bene e che Dio lo aiuti. Perché tutto questo? Noi ucraini siamo un popolo pacifico, non abbiamo mai fatto del male a nessuno, vogliamo soltanto vivere in pace e in pace entrare a far parte dell'Unione Europea. È un nostro diritto: perché questo ci viene negato? Perché Putin vuole ricostruire l'ex Unione Sovietica? E vuole farlo con l'uso delle armi? A volte mi chiedo come tutto questo sia potuto accadere nel 2022 nel cuore dell'Europa. Mi chiedo se è vero o soltanto un terribile incubo. La Comunità europea, gli Stati uniti d'America e tutti gli alleati del mondo libero ci devono aiutare nel porre fine a questo. Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile da parte vostra».

Poi il ragionamento di Sergio Yakubiv va a posarsi sugli aiuti umanitari: «In questi giorni la mia gente ha bisogno di tutto, beni di prima necessità, medicinali e per questo noi ringraziamo per la vicinanza, gli aiuti ed il sostegno che stiamo ricevendo dalla popolazione italiana, generosissima come sempre. Insieme ai miei genitori ci siamo messi in contatto con le associazioni umanitarie che stanno inviando aiuti alla mia gente, nel nostro piccolo stiamo facendo la parte nostra tutto quanto è nelle nostre possibilità».

Questa la vita, il pensiero di un ragazzo di venti anni, un fisico statuario che trascorre le sue giornate sul campo di allenamento o nell'Hotel Universo dove alloggia insieme agli altri ragazzi dell'Atletico Fiuggi. Che punta a tornare a giocare in serie A e lo dice con la preoccupazione, stampata sul volto, di chi fatica a mettersi ogni giorno in contatto telefonico con amici e parenti sotto i bombardamenti.