È una delle stazioni di riferimento più importanti per diversi paesi eppure, anziché essere migliorata, negli ultimi anni ha assistito a un progressivo depotenziamento. Fino ad essere portata al rango di semplice fermata, con la conseguente assenza di importanti servizi a vantaggio dei passeggeri e la presenza di personale in loco. Stiamo parlando della stazione ferroviaria di Castro-Pofi-Vallecorsa, da sempre punto di riferimento per la mobilità dei cittadini di questi centri e non solo, visto che attrae diversi passeggeri anche da Amaseno e altre località.

Una scelta sicuramente legittima da parte dei decisori strategici di Trenitalia che, però, non è stata mai accolta di buon grado dagli utenti, per lo più pendolari e studenti abituati a usare il treno per raggiungere i posti di lavoro, le scuole e le università, dal capoluogo ciociaro fino alla Capitale soprattutto. Non è certo diminuito il loro numero nel tempo, soltanto il Covid ha in parte limitato l'affluenza sui treni, specie su quelli diretti a Roma, di solito sovraffollati in diversi orari.
Così, ciclicamente, si levano le lamentele per le condizioni in cui versa quella che adesso è una semplice fermata.

Soprattutto viene sottolineata l'assenza di bagni a disposizione di chi attende o scende dai treni.
Bagni che, in realtà, ci sono, ma sono stati chiusi.
In bella vista rimangono lavabi e porte d'accesso agli altri sanitari, a dimostrazione che riaprirli sarebbe possibile. Invece, a impedirne l'accesso sono vere e proprie cancellate, con la conseguenza che dentro vengono gettati oggetti e immondizia di ogni tipo.
Materiali che vanno poi rimossi, per una questione di decoro e igiene. Così in molti si interrogano: non sarebbe meglio riattivarli? Magari trovando qualche condizione economicamente vantaggiosa per tutti.