Sette persone tra medici e infermieri sono indagate per la morte di Vincenza Eramo, 76 anni di Alvito. La donna, dopo esser stata dimessa una prima volta dall'ospedale di Sora, era tornata nella struttura sanitaria, portata dal 118, ma nel giro di qualche ora è deceduta. I familiari hanno, allora, presentato una denuncia per far luce sull'accaduto. Così è stata aperta un'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Cassino Alfredo Mattei che ieri ha conferito l'incarico peritale al dottor Francesco Nardoni.

Il medico legale ha eseguito l'autopsia sul corpo della donna alle presenza anche dei consulenti nominati dalle altre parti, dalla famiglia della deceduta e dagli indagati. Il consulente si è preso 60 giorni di tempo per il deposito dell'elaborato peritale, riservandosi di compiere, se necessario, ulteriori accertamenti come un esame istologico. L'incarico affidatogli dal pm è finalizzato ad individuare le cause della morte dell'anziana e di accertare eventuali responsabili in capo ai sanitari. Come avviene in questi casi, sono stati indagati tutti coloro, tra medici e infermieri, che hanno avuto in cura la donna fino al decesso. In modo che potessero nominare dei loro consulenti per partecipare all'autopsia.

In base alla denuncia presentata dai familiari, che si sono rivolti agli avvocati Antonio Natalizia e Nicola Ottaviani, qualche giorno fa la donna che accusava forti dolori addominali si è presentata in ospedale a Sora. Lì, l'indomani mattina successivo era stata dimessa. E, inizialmente, sembrava migliorata. Tuttavia, dal momento che sono ritornati i dolori addominali, i familiari hanno allertato il 118 che ha soccorso la donna riportandola all'ospedale di Sora. Le condizioni della paziente sono ulteriormente peggiorate, tanto che è stato necessario intubarla. Poche ore dopo, però, il 24 febbraio, la donna è deceduta.

A quel punto è scattata la denuncia, l'avvio dei primi accertamenti, il sequestro delle cartelle cliniche e quindi è stato disposto l'esame autoptico. I sette indagati sono difesi dagli avvocati Marco Bartolomucci, Dario De Santis, Massimo Galasso, Antonella e Raffaele Iannotta.