Vetrate distrutte al Caffè Minotti, scatta l'arresto.
Ordinanza di custodia cautelare per Ernesto Barile che, nel frattempo si era visto già aggravare la misura dai domiciliari al carcere. Il nuovo provvedimento scaturisce all'esito degli accertamenti condotti a seguito della denuncia presentata dal titolare dell'attività commerciale dopo l'episodio del 27 dicembre scorso.
La mattina, intorno alle 5.17, due uomini (non identificati) avevano distrutto cinque vetrate del locale.
Nell'ordinanza firmata dal gip Antonello Bracaglia sono contestati i reati di tentata estorsione, danneggiamento ed evasione dagli arresti domiciliari.
A denunciare l'accaduto, era stato il titolare del bar, Vincenzo Minotti, prima sui social con un post pubblicato su Facebook e poi con una querela.
Stando a quanto ricostruito nel corso dell'indagine, Barile avrebbe preteso dal titolare dell'esercizio la garanzia per l'acquisto di una Bmw M3 cabrio.
Non ottenendola, avrebbe iniziato a minacciare il titolare del bar e il figlio. Nell'ordinanza il gip descrive «gravi minacce» all'indirizzo della famiglia Minotti.
In particolare il titolare aveva denunciato di esser stato minacciato e colpito a un occhio alla vigilia di Natale, quindi pochi giorni prima del danneggiamento.
«Le minacce da ultimo formulate scrive il gip specificamente indirizzate all'integrità del locale, erano seguire alcuni giorni dopo, nelle prime ore del mattino del 27.12, da un pesante danneggiamento doloso del bar, compiuto da due persone travisate ed al momento non identificate, che infrangevano le vetrine esterne del dehor (fatto documentato anch'esso dalle riprese dell'impianto di videosorveglianza)».
Per il gip è «rilevante la contiguità temporale e fattuale tra il grave episodio di minaccia ed aggressione del 24.12 e l'atto vandalico di poco successivo» che «costituisce convincente elemento logico per individuare nel Barile il mandante del gesto».
Quest'ultimo è accusato di aver inviato, nel tempo, dei messaggi minacciosi al figlio del titolare. Secondo il gip, «l'azione ritorsiva nei confronti del Caffè Minotti non era fine a se stessa, ma un'azione studiata e finalizzata ad assoggettare Vincenzo Minotti alle sue richieste e convincere lo stesso a non sporgere querela per i fatti accaduti». E invece Minotti, accompagnato dall'avvocato Giampiero Vellucci, aveva presentato una querela per estorsione, danneggiamento e lesioni, anche ai fini del risarcimento dei danni. Ieri, Barile, difeso dall'avvocato Tony Ceccarelli, è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia nel corso del quale ha contestato tutti gli addebiti.