Ad aprile del 2020, durante il primo lockdown, sono finiti nei guai per truffa. A smascherare due uomini e tre donne, di Ceccano e Gaeta, il tg satirico di Striscia la notizia. I cinque sono stati accusati di avere raggirato e truffato un'infermiera dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure che si era prodigata nel reperire sul web mascherine chirurgiche per se e per i propri colleghi, impegnati a combattere quotidianamente il Covid-19. Il servizio dell'inviato Moreno Morello è andato in onda il 15 aprile di due anni fa. Ieri nel tribunale di Frosinone, dove si sta svolgendo il processo, è stata ascoltata la parte civile, l'infermiera e gli uomini della tenenza ligure. Si tornerà in aula l'8 luglio per sentire l'inviato di Striscia Moreno Morello e gli imputati.

I fatti
Cinque persone, tra cui una donna di Gaeta e quattro persone di Ceccano, tra i 28 e i 48 anni di età, sono accusate di aver raggirato e truffato una infermiera dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure in provincia di Savona. Grazie a tre complici e alla collaborazione di alcune banche, il tg satirico è risalito ai conti correnti utilizzati dalla gang e a dare in un secondo momento i dati alle forze dell'ordine che sono intervenute riuscendo a raccogliere elementi che hanno inchiodato i cinque.

Come fonti di prova sono stati raccolti i tabulati telefonici e dei riscontri in banca. Sono finiti così nei guai due donne di 39 e 48 anni, due uomini di 28 e 29 anni e una donna di Gaeta di 37 anni. Secondo quanto ipotizzato, la banda grazie a dei bonifici bancari ha preso i soldi all'infermiera che tramite i social network aveva lanciato un appello per le mascherine. Nonostante il pagamento con due bonifici bancari le mascherine non sono mai arrivate. Nel servizio andato in onda su Striscia, l'infermiera non è stata l'unica raggirata, anche un giovane ha dovuto fare i conti con la banda: gli era stata rubata l'identità. Nel collegio difensivo gli avvocati Mauro Roma, Filippo Misserville e Alessia Campagiorni.