Nel 2013 cercò di uccidere il convivente somministrandogli dei farmaci anticoagulanti. Ieri mattina Ivana Carboni, 51 anni, è stata arrestata dai carabinieri perché deve scontare una pena residua di 3 anni, 4 mesi e 13 giorni per tentato omicidio, essendo diventata definitiva la condanna inflitta alla donna dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Frosinone e confermata dalla Corte di appello e in Cassazione. Sconterà la pena agli arresti domiciliari.
Ad innescare il caso furono i medici dell'ospedale "Spaziani".

Nel reparto di ematologia era ricoverato Mario Evangelisti, gallerista del capoluogo ciociaro, compagno di Ivana Carboni. L'uomo, nonostante le cure, non guariva e il suo peggioramento appariva anomalo. In particolare, i sanitari non riuscivano a capire il motivo delle continue emorragie, incompatibili con la terapia seguita dal paziente. Al fine di approfondire la situazione, fecero esaminare il sangue di Evangelisti e si scoprì che l'uomo stava ingerendo farmaci anticoagulanti, mai prescritti dai medici dello "Spaziani", che a quel punto si rivolsero ai carabinieri.

Scattarono le indagini e i sospetti si concentrarono subito sulla convivente del paziente che, secondo la ricostruzione fatta dalla procura, ingeriva i farmaci attraverso cibo e bevande che gli portava la donna.
Inoltre, nel corso di una perquisizione in casa di Ivana Carboni, i carabinieri sequestrarono gli stessi farmaci che stavano avvelenando il gallerista. A carico della donna venne emessa un'ordinanza di custodia cautelare e trascorse qualche mese ai domiciliari, prima di tornare in libertà in attesa del processo.

La difesa scelse il rito abbreviato e la donna venne anche sottoposta a una perizia psichiatrica che fece emergere un vizio parziale di mente. Nel 2015 la prima sentenza, con la condanna a tre anni e otto mesi di reclusione, pena confermata fino al terzo grado di giudizio.