Ponte romano "scomparso" da sette anni. Dopo la prima segnalazione dello storico santeliano Benedetto Di Mambro la situazione non è cambiata. E il ponte, alto circa 80 centimetri, lungo oltre 6 metri e largo 4, che scavalca il rio del Mulino resta avvolto dalla vegetazione. Inghiottito dai rovi. Ecco perché Di Mambro torna ancora a chiedere che si intervenga al più presto.

«Siamo a un punto cruciale per l'antico ponte romano in pericolo» ha dichiarato il ricercatore storico che sta cercando con tutto se stesso di far partire gli interventi per riportarlo alla luce. «Questo antico e prezioso manufatto archeologico risale al secondo secolo dopo Cristo, molto probabilmente ad epoca traianea.
Lo chiamano "ponte di Sant'Elia vecchio". È da tempo sommerso da canneti e piante selvatiche, che con le radici rischiano di minare la stabilità dell'arcata superiore, ma pare che le preposte autorità non abbiano granché voglia di prendersene cura.
Fino a diversi anni fa ad occuparsi di tenerlo ben curato, libero da cespugli e transitabile, era il sottoscritto assieme ai solerti amici Sabatino Di Cicco, Gino Alonzi e Pasquale Cerrone ma nel frattempo i primi due, con grande rammarico, sono venuti tristemente a mancare».

Per questo il ricercatore storico ha chiesto alle competenti autorità di intervenire ma «diverse sfuggenti risposte lasciano intendere che non si abbia gran voglia di farlo liberare da rovi e piante che hanno invaso anche il letto del rio che gli scorre sotto. Non si capisce bene cosa impedisca la pulizia ma a noi sembra offensivo disinteresse. Vuol dire che cercherò da me volontari "amanti della cultura e del territorio" per fare ciò che altri dovrebbero fare».