Il Comune di Anagni è inadempiente, per l'anno 2021, sulla rendicontazione dei proventi delle multe, da fare ogni anno al ministero dell'interno che deve vigilare sulla destinazione degli incassi, per legge destinati al cinquanta per cento alla sicurezza e alla manutenzione delle strade.
È emerso durante la puntata di ieri mattina della trasmissione "Mi manda Rai Tre" che ha svolto un'inchiesta sull'argomento, rilevando che nella situazione di Anagni si trovano tanti Comuni italiani.
Al sindaco Daniele Natalia, in collegamento, il conduttore Federico Ruffo ha chiesto spiegazioni circa la gestione degli incassi provenienti dalle multe, circa 108 mila euro l'anno.
Natalia non ha avuto difficoltà ad ammettere che «la rendicontazione è stata regolare fino al 2019, poi ci sono stati effettivamente dei ritardi. Per la trasparenza, però ha aggiunto è tutto consultabile sul nostro sito istituzionale». Circa la destinazione delle risorse che arrivano nelle casse comunali, incalzato da Ruffo, il sindaco ha spiegato che, dei 108 mila euro, quarantamila sono stati spesi per la segnaletica stradale, ventiduemila per le apparecchiature per il controllo sulle strade e milleottocento per il manto stradale.
«Va anche detto - ha sottolineato Natalia - che si tratta di proventi di multe ordinarie e non di autovelox che, per volere della nostra e delle precedenti amministrazioni non abbiamo mai voluto installare, nonostante la presenza sul territorio di strade ad alto scorrimento e arterie nazionali». Non solo. Ci sono anche strade interrotte dalle frane, ha evidenziato la trasmissione, arrivata con una troupe in via Calzatora, impraticabile da oltre un anno dopo uno smottamento e inattesa di lavori di sistemazione.
Ad illustrare la situazione e i disagi, il consigliere comunale di opposizione Fernando Fioramonti, che ha ripercorso la travagliata storia della frana e i ritardi che si sono registrati.
«Il Comune - ha detto, tra le altre cose - ha richiesto lo stato di calamità alla Regione Lazio, ma non ha portato la pezze d'appoggio e ha quindi dovuto stanziare fondi propri, circostanza che ha allungato i tempi di intervento».