Neonata morta, la difesa presenta una memoria per negare le accuse e contestare la consulenza tecnica.
È quanto emerso all'udienza preliminare, apertasi ieri mattina davanti al gup Fiammetta Palmieri, nella quale sono imputate due ginecologhe dell'ospedale di Frosinone.
Le sanitarie sono accusate di non aver diagnosticato «una protratta condizione di tachisistolia» della mamma di Nicole e non aver somministrato alla gestante «la opportuna terapia». Ciò, secondo l'accusa, avrebbe privato «il feto del sufficiente apporto di ossigeno per un prolungato periodo di tempo e così cagionando alla piccola Nicole un grave danno ipossico-ischemico da cui conseguiva una insufficienza multiorgano della neonata che la portava a morte il 7 settembre 2020».
La neonata, viste le gravi condizioni, fu portata successivamente a Roma, all'Umberto I dove però i medici non riuscirono ad evitare il decesso. Lì è partita l'indagine, condotta dalla stazione dei carabinieri di Frosinone a seguito della querela presentata dalla madre della bimba. Vennero sequestrate le cartelle cliniche e affidata una consulenza tecnica d'ufficio ai professori Antonio Oliva, Vincenzo Arena, Domenico Arduini e Orazio Genovese per ricostruire quanto accaduto alla neonata.
Proprio le modalità di conferimento della consulenza è stata contestata dalla difesa delle dottoresse, rappresentata dagli avvocati Natalino Guerrieri e Michele Laforgia. Al tempo stesso la parte civile per i genitori della neonata, gli avvocati Riccardo Masecchia e Fabrizio Faustini, ha ottenuto di poter produrre una memoria di replica. L'udienza è stata aggiornata a maggio.