La mamma chiude dentro casa la figlia adolescente che allerta, per essere liberata, i carabinieri. Una donna di Frosinone era chiamata a rispondere dell'accusa di sequestro di persona, aggravato dalla minore età della figlia (all'epoca quattordicenne). Rischiava il rinvio a giudizio, ma ieri il gup del tribunale di Frosinone Fiammetta Palmieri l'ha prosciolta "per non aver commesso il fatto".

La vicenda risale al 27 aprile del 2019. La madre, separata, ha un rapporto conflittuale con la figlia, come confermato in aula dalla stessa parte offesa e dal padre, sentiti dal giudice. Così, una mattina, decide di uscire e chiudere dentro casa la figlia. Secondo l'accusa la ragazzina era rimasta per due ore nell'appartamento senza poter uscire. Aveva chiamato i carabinieri con i quali aveva parlato dalla finestra per spiegare la situazione.

È stata aperta un'inchiesta che, ieri, è approdata sul tavolo del gup di Frosinone. Il magistrato, prima di decidere se rinviare a giudizio la donna, ha ascoltato la figlia e l'ex marito. L'uomo ha confermato la conflittualità tra la ragazza e la donna e che la figlia non si trovava bene con la madre. La ragazzina, invece, ha confermato quanto accaduto quella mattina e che per uscire di casa aveva chiamato i carabinieri. La difesa della donna, rappresentata dall'avvocato Roberta Di Marino, ha sostenuto che non vi fossero elementi né oggettivi né soggettivi per sostenere una così grave accusa. Ha affermato che la madre non voleva certo privare della libertà personale la figlia, ma solo darle una punizione. E così dopo che la figlia più volte si era rifiutata di uscire con lei, quella mattina, aveva deciso di lasciarla nell'abitazione, chiudendola a chiave. Il gup, dopo la camera di consiglio, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere, mandando così assolta la madre.