Politici, elettori e imprenditori insieme in aula.
Ieri mattina sono stati infatti riuniti i due filoni giudiziari in un unico procedimento aperto per corruzione elettorale. In sostanza, la richiesta di unire i due tronconi aperti con l'operazione "Cinquecento" su una ipotesi di corruzione elettorale finita nelle mani del presidente Capurso è sbarcata ieri in aula: politici, imprenditori ed elettori finiti nell'inchiesta dell'Arma, affronteranno unitariamente il processo.

La vicenda giudiziaria nasce proprio dalle indagini dei carabinieri su alcuni episodi (quattro o cinque) che avrebbero sostanziato sempre per l'accusa una ipotesi di corruzione elettorale.

Nell'inchiesta vennero coinvolti anche il sindaco di Piedimonte San Germano, Ferdinandi, il suo vice Capuano, l'ex sindaco Nocella e l'imprenditore Varlese, chiamati a rispondere di una presunta associazione finalizzata al voto di scambio.

L'ipotesi associativa lo ricordiamo è decaduta già in udienza preliminare. E dopo l'appello della procura si tornerà per questo in aula il 23 marzo prossimo, alle 12.

Le posizioni
Ieri invece i tre cittadini-elettori finiti a processo con l'accusa di aver accettato la promessa (o il posto) di lavoro in cambio del voto sono entrati nel processo: si tratta di Cosmo Stefanelli, Fernando Alessandro Serluca e Marco D'Aguanno, questi ultimi due difesi dall'avvocato Antonio Ceccani. Il primo, invece, assistito dall'avvocato Antonella Ricci ha chiesto una messa alla prova e la sua posizione è stata stralciata. Per lui nel prossimo mese di ottobre si procederà con il deposito del programma della messa alla prova. Invece gli altri due saranno in tribunale il prossimo 24 marzo insieme agli amministratori e all'imprenditore. Cuore del costrutto accusatorio (tutto da dimostrare), ribadito pure dalla Cassazione, il principio per cui anche solo «l'accettazione della promessa di un vantaggio in cambio dell'appoggio elettorale, pure in mancanza della concreta esecuzione dell'accordo, integra il reato».

Le difese degli imputati (Di Sotto e Sgambato per Ferdinandi; Corsetti e Avella per Capuano; De Rubeis e Mattia per Varlese e Gargano per Nocella) si erano già opposte alle questioni delle parti civili (rappresentate da D'Alessandro e Di Bona), sollevando una serie di eccezioni tra cui alcune sulla violazione del diritto elettorale. Questioni complesse, valutate poi anche nelle scorse udienze insieme all'istanza di riunione dei filoni. A marzo si parte con l'escussione del testimoni del pm.