«Mi sto adoperando perché si trovi una soluzione che non crei disagi oltre il dovuto alle centinaia di pazienti che tra qualche giorno non avranno più il loro medico di famiglia perché a marzo andrà in pensione». Così il sindaco Adolfo Valente, alle prese con un problema che giorno dopo giorno assume i contorni di un caso.
«Io non ho alcun potere in merito - precisa Valente - che, invece, è della struttura sanitaria provinciale, ma i cittadini vengono da me per avere risposte che, ripeto, non sono in grado di fornire loro». Quella di Atina non è l'unica comunità che vive una situazione che, se non risolta in tempi celeri, può diventare ingestibile: infatti, anche i vicini paesi di Gallinaro e Villa Latina si trovano con mutuati che, dopo il pensionamento dei loro medici curanti, vagano alla ricerca di un altro dottore, possibilmente che intenda aprire lo studio in paese. Sì, perché ciò che acuisce il fatto di essere rimasti senza medico di famiglia è che la sede resasi vacante non viene ritenuta appetibile da altri professionisti in graduatoria; così le settimane passano senza che si intravveda una soluzione.
A rimetterci sono i pazienti, anziani, bambini e famiglie che non hanno più un punto di riferimento in fatto di salute in tempi, come quelli attuali, che non fanno sconti. «Ci sentiamo trattati da numeri che devono far lievitare le liste dei mutuati prima che qualcuno si muova e risolva un problema che rasenta l'emergenza, invece di persone avanti con l'età che in molti casi hanno bisogni quasi giornalieri», dice con tono sommesso L. M., un pensionato che vive nel centro storico di Atina. E come lui, a sentire le voci di piazza, la pensano altre decine di cittadini.