La droga e i soldi. I soldi e la droga. Un connubio che si autoalimenta e che continua a fare la fortuna dei gruppi criminali che gestiscono le varie piazze di spaccio nella provincia di Frosinone. Per questo, chi indaga non va a caccia solo degli stupefacenti, ma anche dei proventi, reimpiegati nell'acquisto di nuova droga, per infiltrarsi nell'economia legale o finanziare altri traffici illeciti. Secondo gli ultimi dati disponibili della Direzione centrale per i servizi antidroga, riferiti al terzo trimestre del 2021, i sequestri di sostanze stupefacenti in provincia di Frosinone sono cresciuti ancora.
Segno che la droga circola come e forse anche più di prima.
Arresti, denunce, sequestri e operazioni (anche per il reato di associazione a delinquere) si susseguono, ma per ogni piazza di spaccio chiusa ce ne sono altre pronte ad entrare in attività. La domanda, infatti, resta sempre alta. E questa è l'altra faccia della medaglia, spesso sottovaluta da chi fa le analisi sul fenomeno e sulla quale non si interviene con decisione per cercare di limitare il numero degli assuntori. Tra le indagini più importanti condotte negli ultimi anni restano negli archivi quelle di Fireworks e degli Intoccabili.
Più recentemente altre operazioni sono state messe a segno non solo a Frosinone, ma anche a Sora (operazione Requiem, considerata tra le più importanti degli ultimi anni) a Cassino, ma anche tra Alatri e Fiuggi. Di droga a Frosinone si è interessata anche Striscia la notizia. Fino a settembre del 2021 sono stati sequestrati in provincia 133 chili di sostanze stupefacenti, contro i 76 nell'analogo periodo del 2020 e 64 del 2019. Rispetto ai dodici mesi precedenti l'incremento è del 75%, mentre nel confronto con il 2019 la crescita è del 107%.
Quest'anno spiccano i 120 chili di cocaina sequestrati solo nel terzo trimestre su un totale di 122, le 98 piantine su 111. Gli arresti totali sono stati 68 in 61 operazioni, i denunciati 29, di cui 17 stranieri. L'anno scorso gli arresti (sempre fino a settembre) erano stati 79 in 67 operazioni, i denunciati 40 e 25 gli stranieri.
Tanti anche i segnalati come assuntori. Fondamentalmente, sono due i canali di approvvigionamento in provincia, Roma e Napoli.
La modalità dello spaccio, col tempo, si è evoluta.
Ormai nessuno trasporta più carichi da venti e passa chili. Le organizzazioni puntano su piccoli e frequenti rifornimenti, in modo da garantire approvvigionamenti per 7 o 10 giorni. Del resto, ai fini processuali e non solo, c'è differenza dell'essere fermati con 10 chili o con 50 grammi. Da un punto di vista economico, un conto è perdere un investimento di 350.000 euro in droga, che, una volta tagliata, avrebbe fruttato milioni.
Il rischio per chi gestisce il traffico non vale. A Frosinone, secondo alcune stime, ci sono cinque-sei piazze, in diversi quartieri, dal centro alla stazione, passando per via Marittima a corso Lazio, alla zona bassa, in via Bellini, al Casermone, dove l'attività prosegue e dove ultimamente è arrivato anche l'inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti. La pandemia ha cambiato un po'il modo di gestire il traffico, durante il lockdown c'è stato un servizio a domicilio. Del resto non potevano essere le multe per violazione del coprifuoco a fermare un commercio così florido.
Secondo gli esperti, su Frosinone vengono piazzati dieci chili di cocaina al mese. Oltre alla cocaina e il crack, girano hashish, marijuana e perfino eroina. Poi c'è il capitolo autostrada dove transitano chili e chili di droga. E ogni tanto scatta un maxi sequestro. La caccia ai soldi, comunque, non si arresta per stanare chi finanzia le operazioni e gli acquisti, ma soprattutto per capire dove questi flussi di denaro vengono reinvestiti e in quali settori.