Un abbraccio corale, l'ultimo, il più profondo. E straziante. Con una domanda che ricorre in tutti quanti: perché? La tragedia costata la vita domenica scorsa al professor Roberto Vitelli, 60 anni, ha vissuto ieri pomeriggio il suo struggente epilogo. Nella chiesa del Sacro Cuore, a Frosinone, sono stati in tanti a stringersi alla moglie Maria Rosaria e alla figlia Frida, straziate dal dolore. Una perdita improvvisa e crudele, che ha squarciato la serenità di una bella famiglia e il cuore di quanti hanno conosciuto e apprezzato Roberto, il suo amore per la vita, la dedizione al lavoro, la passione per lo sport, il nuoto e la bicicletta soprattutto. Proprio la sua inseparabile due-ruote, domenica, l'ha tradito. È accaduto in via Gaeta, a Ceccano. È accaduto in un attimo.

Un giovane di Vallecorsa, alla guida di una Smart che procedeva in direzione opposta alla sua, ha perso il controllo dell'auto e lo ha travolto. Lo schianto lo ha ucciso sul colpo, strappando via i suoi sogni e quelli dei suoi cari. Ieri in chiesa, a fissare sconsolati la bara di legno chiaro coperta da un cuscino di fiori, c'erano molti suoi studenti, quelli del liceo scientifico Sulpicio di Veroli dove insegnava scienze, e anche tanti ex studenti.
Giovani nei quali il prof ha lasciato il segno. E poi i colleghi, gli amici d'infanzia, i suoi vecchi compagni di scuola.

Don Fabio, che ha celebrato la funzione funebre, ha cercato di confortare i familiari. «Un evento inaspettato, che ha colpito come una folgore Roberto e i suoi cari ha detto nella toccante omelia Ci chiediamo perché a questa età? Perché in questo momento? Risposte che non troveremo se non nel Cristo risorto. Roberto non lo vedremo più con gli occhi, ma sarà sempre presente attraverso le nostre preghiere». Quindi ha invita to tutti a «raccogliere il testimone che Roberto ci lascia, ciascuno nel suo campo: l'amore per l'insegna mento, per la natura, per lo sport. Ognuno può fare la sua parte in comunione con lui».

La benedizione della salma ha concluso la cerimonia.
Poi il feretro è partito alla volta del cimitero di Frosinone, città dove il professor Vitelli ha sempre vissuto prima di trasferirsi a Torrice. Intanto, sul fronte giudiziario, il ventitreenne che guidava la Smart, controllato dopo l'incidente e risultato positivo ai cannabinoidi, resta agli arresti domiciliari, come deciso dal gip che ha respinto la richiesta di remissione in libertà. Un'immane tragedia che ha distrutto due famiglie.