Non avrebbe custodito con le dovute cautele i suoi due cani, razza pitbull, lasciandoli liberi di girare. Cani che il 14 aprile dello scorso anno hanno aggredito Americo Tullio, ottantenne di Frosinone, morto per lo spavento e per le gravissime lesioni causate dall'attacco degli animali. Per queste accuse è stato indagato il proprietario dei cani, un quarantacinquenne di Morolo. Deve rispondere dell'accusa di omicidio colposo. Concluse le indagini.
La ricostruzione
Il corpo senza vita del pensionato è stato rinvenuto dieci mesi fa vicino a un terreno tra Morolo e Ferentino, in località Schina, dove era andato in cerca di asparagi.
Corpo sul quale erano state subito trovate ferite compatibili con morsi di cani. E proprio due pitbull, di proprietà di una coppia che vive poco distante dall'uliveto dove è stato trovato il cadavere, erano stati prelevati subito dopo la tragedia, per effettuare esami sulle loro feci per trovare eventuali tracce umane.
A contattare i soccorsi alcuni cittadini che avevano notato il corpo di Tullio a terra in un terreno.
Immediatamente il personale medico ha raggiunto la zona ma per l'ottantenne ogni tentativo di soccorso è stato vano.
Da un primo esame esterno sono emersi segni compatibili con morsi di cani sul corpo del frusinate.
La notizia ha destato dolore e incredulità in tutte le persone che conoscevano e stimavano l'anziano.
Un dolore grande soprattutto per i familiari che non hanno più visto il loro caro fare ritorno a casa.
Gli accertamenti
A novembre scorso gli accertamenti ai fini comparativi dei tamponi molecolari fatti ai due cani, con il dna rinvenuto sul corpo della vittima. Incarico che è stato conferito al reparto di investigazioni scientifiche, sezione biologia. Ulteriori verifiche che in sede di indagine erano state predisposte dagli inquirenti.
Le indagini
Nei giorni scorsi la conclusione delle indagini e l'accusa per omicidio colposo nei confronti del quarantacinquenne e proprietario degli animali. Non avrebbe custodito i cani lasciandoli girare senza sorveglianza nei terreni vicino alla propria abitazione.
Lo spavento e le ferite provocate dall'aggressione dei cani avrebbero provocato la morte del frusinate. Il quarantacinquenne indagato è difeso dall'avvocato Mario Cellitti, mentre i figli di Tullio si sono rivolti all'avvocato Marco Maietta.