Abbattuta una villa con piscina appartenente a una famiglia rom di Frosinone. Un forte segnale di legalità che arriva al termine di una lunghissima procedura, durata anni, a seguito della confisca.
Le ruspe sono entrate in azione giovedì, e venerdì hanno completato l'opera in una zona di campagna a ridosso di via Maria. L'intervento è stato disposto dalla procura generale della Corte d'appello di Roma e fatto eseguire dalla squadra mobile di Frosinone. Finisce così un lungo iter iniziato a seguito di un'operazione antidroga condotta dai carabinieri 10 anni fa. Ci fu il sequestro dell'immobile e la successiva confisca. I proprietari fecero ricorso e così, nell'attesa della definizione del procedimento, sono trascorsi diversi anni. Alla fine tutti i ricorsi sono stati respinti e, nel 2019, è arrivato il via libera all'abbattimento.
Abbattimento, peraltro, che si sarebbe anche potuto evitare qualora il Comune di Frosinone avesse perseguito la strada dell'acquisizione al patrimonio comunale e a un suo riutilizzo per fini sociali. Così non è stato, e si è giunti alla decisione di procedere all'abbattimento, i cui costi - stimati in oltre 30.000 euro - ricadono sulla collettività. Lo stesso, invece, non accadrà per un'altra villa, in zona stazione, destina a diventare la futura stazione Scalo dei carabinieri sulla base di una richiesta presentata all'Agenzia nazionale per i beni confiscati. Un progetto che, andrà a concretizzarsi nei prossimi anni.
Per Frosinone l'esser riusciti a portare avanti l'abbattimento della villa con piscina appartenete ai Di Silvio è una prima volta ed è anche un segnale in linea con quanto emerso nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto della Corte d'appello di Roma. In quella sede, un ampio capitolo è stato dedicato agli abbattimenti degli immobili abusivi. Abbattimenti che saranno portati avanti non solo nel capoluogo, ma anche in altri centri della provincia.
Nonostante un fisiologico rallentamento dell'attività, legato all'emergenza Covid, le pratiche per le demolizioni sono andate avanti. «La Regione Lazio, in virtù del costante confronto con l'ufficio (la Corte d'appello, ndr), ha erogato nel corso del periodo in riferimento i fondi necessari per la demolizione degli abusi nel Comune di Alatri e nel Comune di Monte San Biagio - si legge nella relazione delle procure all'inaugurazione dell'annoi giudiziario - restano confermati i fondi erogati in precedenza per la demolizione di abusi a Roma, Veroli, Pontecorvo, Rocca Priora». Per altri abusi, in particolare a Frascati e Ferentino «è stata confermata in sede locale la disponibilità di risorse proprie di bilancio».
Scaduto il protocollo d'intesa, con la Regione Lazio, è stato siglato un nuovo accordo, valido per altri quattro anni dal secondo trimestre del 2021. La Regione ha così fornito i nomi dei professionisti dipendenti disponibili alla collaborazione confluiti in un elenco. «Sono state, quindi, riavviate le attività di affidamento di incarichi, in particolare per l'attuazione della 2° fase (nomina D.L. e scelta ditta) relativi ad abusi siti a Frosinone e nel Comune di Frascati i cui rispettivi incarichi sono stati formalizzati nei mesi di settembre/ottobre 2021».
La Corte d'appello conferma «l'individuazione di una molteplicità di fascicoli per i quali dovrebbe essere disposta a breve-medio termine la consulenza per la quantificazione dei costi». Inoltre, sono «in corso le operazioni propedeutiche alla materiale demolizione d'ufficio» dei due immobili di Frosinone e Frascati.
Nel documento si ricorda, poi, che «nell'ottobre 2020 è stata definita la procedura demolitoria nel Comune di Veroli che, nonostante l'avvio delle operazioni propedeutiche alla demolizione da parte dell'ufficio, si è conclusa con la demolizione spontanea a cura e spese del condannato».
In base alle statistiche dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021, nel Lazio, ci sono state 12 autodemolizioni su 26 provvedimenti definiti. Le revoche sono state 11. Tuttavia, risultano pendenti al 30 giugno 2021 425 procedure.