L'avviso per la ricerca di un direttore del museo che sia pensionato e lo faccia a titolo continua a suscitare reazioni risentite anche a livello nazionale. Specialmente tra gli addetti ai lavori, con gli archeologi in prima fila. L'amministrazione del sindaco Luca Di Stefano, però, tira dritto e difende la legittimità dell'atto. Non risponde, almeno pubblicamente, neppure alla richiesta ufficiale da parte della Confederazione italiana archeologi -Lazio di ritirare l'avviso.

"Pur comprendendo l'obiettivo dell'amministrazione comunale di procedere ad una nuova valorizzazione del museo civico della Media Valle del Liri con la volontà di riaprire lo stesso al pubblico, non possiamo che ritenerci preoccupati e stupiti". Lo scrive Stefania Semeraro, presidente regionale degli archeologi, che in una lettera inviata al sindaco, all'assessore Maria Paola Gemmiti e al segretario comunale Rita Riccio snocciola i punti critici dell'atto. Tra questi indica: "il ricorso a personale in quiescenza; il mancato riferimento alle norme vigenti che hanno riconosciuto le professioni dei beni culturali (legge 110/2014 smi); la breve durata del bando". Da qui la richiesta di un "immediato ritiro del bando e la sua riformulazione in termini che tengano conto delle competenze professionali necessarie, di un riconoscimento economico adeguato e di un congruo tempo che consenta a tutti di partecipare".

Infine una mano tesa all'amministrazione sorana: "Offriamo la nostra collaborazione per risolvere questa incresciosa situazione". Anche l'ex sindaco Roberto De Donatis ha parlato di una «pagina ingloriosa per la città». E replica agli attuali amministratori: «È falso e pretestuoso parlare di chiusura del museo per abbandono. Il provvedimento fu dettato dal lockdown.
Nel mio ultimo biennio amministrativo eravamo in attesa dell'approvazione del regolamento per l'accreditamento dell'organizzazione regionale museale, arrivato nell'estate del 2020, che aprì una finestra, novembre-gennaio, per poter accreditarsi. Esistono due modelli per la gestione del museo: con risorse economiche dell'ente o con l'accreditamento. Noi ci siamo trovati in una fase di transizione. Da un anno prima del nostro insediamento già non c'era più il direttore e abbiamo deciso di valorizzarlo attraverso delle mostre estemporanee. Poi c'è stato il lockdown. E non vedo ragioni di polemica su piccole opere di manutenzione.
L'amministrazione avrebbe potuto dare un indirizzo politico diverso. Ora mi auguro che il bando venga revocato o che nessuno risponda all'avviso».