L'imprenditore di Pontecorvo era stato rapinato e pestato alla fine del novembre 2020 nell'abitazione di campagna in via Tore, dove aveva accettato di ospitare un giovane nigeriano senza fissa dimora che aveva fatto per lui qualche lavoretto. Lo aveva conosciuto fuori dal negozio della figlia dove chiedeva l'elemosina e, provando compassione, gli aveva offerto un tetto seppur specificando per poco tempo e una quarantina di euro al giorno per dei lavoretti, oltre ai pasti. Proprio il venticinquenne nigeriano accusato di rapina, tentata estorsione e tentato omicidio è stato condannato martedì dal Collegio di Cassino a dodici anni di reclusione in primo grado. A fronte dei nove chiesti dal pm Alfredo Mattei.

La storia di recente era stata raccontata dalla vittima a "I Fatti vostri". L'imprenditore pontecorvese aveva spiegato come fosse avvenuta la violenza, raccontando che a far scattare la brutale aggressione sarebbe stata la richiesta avanzata al venticinquenne di andare via dall'abitazione di campagna. «Mi si è avventato contro come una belva e non ho capito più nulla» aveva racconta la vittima ai microfoni Rai, ripercorrendo quei momenti. Intanto ha avuto luogo il processo di primo grado che nei giorni scorsi si è concluso con la pesante condanna a carico del nigeriano, recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. La difesa del venticinquenne sta già pensando all'appello.