Un detenuto con problemi di deambulazione e un certificato medico per aiutarlo a superare il problema e, magari, a lasciare la struttura detentiva.
Nel mezzo un'accusa di corruzione aggravata e di falso ideologico per il sanitario e di corruzione per il recluso.
Erano le accuse per le quali sono stati processati e ieri assolti un medico del carcere di Frosinone V.G.
e un detenuto romano C.C.
Le indagini erano nate da voci e dichiarazioni di un altro recluso che millantava conoscenze con un medico per ottenere certificati medici. Vennero fatte anche delle intercettazioni ambientali. In uno dei colloqui intercettati, in parlatorio con il padre, C.C. chiedeva all'altro di avvicinare il professionista. Stando alle accuse nel colloquio si sarebbe parlato di soldi.
Ma, contro il medico, a parte le dichiarazioni di un detenuto, non ci sono stati ulteriori riscontri. Tuttavia, era finito ugualmente a processo. Il professionista aveva sempre respinto le accuse, sostenendo di non aver favorito nessun. Anzi, in aula altri medici della struttura hanno riconosciuto che il detenuto aveva difficoltà di deambulazione e aveva bisogno di una carrozzina. Ciò a seguito di un problema maxillo facciale che aveva portato a un deperimento organico e alle difficoltà a camminare.
L'accusa, contestava, per fatti del 2015, che il medico avrebbe certificato le difficoltà nella deambulazione sollecitando, per tre volte, il trasferimento in una struttura non detentiva. Ieri, il pm alla fine del processo ha chiesto l'assoluzione. Il tribunale di Frosinone ha così assolto entrambi gli imputati, difesi dagli avvocati Nicola Ottaviani e Giulia Giacinti, con la formula perché il fatto non sussiste.