Prima cento grammi di cocaina in auto, poi oltre un chilo in una cantina. Con questa accusa erano finiti ai domiciliari a gennaio dello scorso anno due frusinati, mamma e figlio.
Ieri, davanti al gup del tribunale di Frosinone Ida Logoluso, si è tenuta l'udienza preliminare.
Mamma e figlio, Elisabetta Cervini, 60 anni, e Marco Crescenzi, 37 anni, difesi la prima dagli avvocati Marco Maietta e Riccardo Masecchia, il secondo dagli avvocati Alessandro Loreto e Marco Maietta hanno deciso di definire subito le proprie posizioni.
La madre, che era stata fermata, da sola, a un posto di blocco con la prima parte della sostanza stupefacente, ha patteggiato una condanna a due anni e otto mesi.
Il figlio, invece, processato con il rito abbreviato, è stato assolto. Oltre alla cocaina in auto, carabinieri e polizia avevano recuperato pure all'interno di una cantina, altri 50 grammi e, occultati all'interno di una fioriera, ulteriori dodici involucri termosaldati, del peso complessivo di circa un chilogrammo.
Dalla perizia è risultato che la droga per qualità era tutta dello stesso tipo. Mamma e figlio erano incappati in un'operazione condotta dai militari del Nucleo operativo radiomobile della compagnia dei carabinieri di Frosinone e dagli agenti della squadra mobile della questura. La donna viaggiava in auto, su una Hyundai Tucson quando è stata fermata a un posto di blocco.
E lì erano saltati fuori i primi 100 grammi di cocaina.
Quindi dalla perquisizione domiciliare era stato scoperto il resto. In un primo tempo il giovane aveva cercato di alleggerire la posizione della madre, poi aveva cambiato versione sostenendo di non saperne nulla.
Il tribunale del Riesame gli aveva parzialmente annullato la misura, revocando i domiciliari e imponendo solo l'obbligo di firma. Nel corso della discussione, la difesa ha fatto leva sul fatto che madre e figlio abitano in due unità immobiliari indipendenti e che la cantina era in uso alla donna e che l'uomo lavora. Da qui l'assoluzione del giovane, nonostante il pm ne avesse chiesto la condanna a quattro anni.