Nocione, in settimana nuovo confronto in Regione. Gli interventi in atto sul sito dei veleni interrati vanno avanti, con l'ingresso ormai imminente nella "fase 2", mentre in settima è previsto un altro vertice con la Regione per fare il punto sulla situazione. E sul da farsi.

A dicembre la Giunta regionale ha approvato la delibera per l'avvio degli interventi di bonifica dei siti inquinati di Nocione: le operazioni di risanamento ambientale rientrato nel protocollo di intesa sottoscritto dalla Regione con il ministero dell'Ambiente per il recupero e la messa in sicurezza dei "siti orfani". Un dialogo aperto dall'amministrazione Salera che ha portato all'individuazione di ben due milioni di euro destinati a Nocione: la richiesta di finanziamento per i siti orfani inserita nel piano triennale delle opere da approvare in consiglio comunale era esattamente della stessa imponente cifra.

Ora, con la "fase 2", si entrerà nel vivo delle indagini come i sondaggi - con prelievi sia di terra che di acqua - l'analisi dei pozzi e delle aree anche limitrofe all'area cuore dell'attività in atto, per capire lo stato di contaminazione dell'intera zona, con un raggio d'azione maggiore. Occorrerà stabilire se possa esserci contaminazione più a monte così come più a valle.

Tutto l'incartamento inviato a Roma necessiterà dell'ok: una volta dato l'assenso, questo verrà portato in Giunta per l'approvazione del piano economico che permetterà di procedere in altre indagini. Il finanziamento utile alle attività è ancora quello precedente, sempre regionale, in parte utilizzato.

La priorità resta, come è ovvio, il completamento della "fase 2" per arrivare - si spera a giugno - alla bonifica.
Parallelamente, si studia anche come ottimizzare al meglio il maxi finanziamento (quello da due milioni di euro) concesso in seconda battuta. Si procede, comunque, per step.

«Tra questo mese e quello di febbraio inizieremo con i carotaggi, quindi procederemo con il prelievo di acqua e suolo, per poi eseguire le relative analisi di laboratorio - ha spiegato Riccardo Consales, consigliere con delega all'Ambiente - A quel punto, se l'area a rischio contaminazione dovesse risultare più ampia di quella finora trattata, dobbiamo inevitabilmente allargare anche il nostro raggio d'azione. Per poi progettare la bonifica vera e propria».