Il mondo della scuola ha risposto compatto. Di fronte all'escalation dei contagi in provincia di Frosinone (5.616 solo nell'ulti ma settimana) ha chiesto a gran forza di posticipare l'inizio delle lezioni in presenza, a dispetto anche delle nuove norme sulla gestione dei contagi nelle scuole a seconda del grado. Di fronte anche all'appello lanciato in tutta Italia da migliaia di dirigenti scolastici, la risposta del Governo è rimasta la stessa, ovvero di puntare sulle lezioni in presenza. Non avendo ricevuto sponda nemmeno dalla Regione (che si è limitata a posticipare la ripresa dal 7 gennaio a oggi), i sindaci dei Comuni ciociari sono andati in ordine sparso nella direzione di disporre la ripresa delle lezioni con la dad praticamente ovunque, tranne rare eccezioni (Ferentino e Alatri su tutte).

Il Comune di Frosinone, quando già diversi primi cittadini avevano emanato l'ordinanza di stop, ha deciso di agire con cautela, convocando i dirigenti scolastici in una riunione svoltasi sabato sera. Una presa di contatto diretta con i presidi per capire l'entità del contagio tra alunni, personale docente e non docente che ogni giorno, da oggi, avrebbe dovuto riprendere a frequentare le aule. Il Comune di Frosinone ha provveduto a emettere non un'ordinanza generalizzata su tutto il territorio scolastico, ma singole ordinanze per ogni scuola. E alla fine ne sono state adottate 15 riguardanti 23 plessi scolastici. Pertanto, si legge nei provvedimenti firmati dal sindaco Nicola Ottaviani, «considerato che, nel corso della relativa conferenza dei servizi indetta dall'amministrazione comunale di Frosinone, alla presenza del sindaco Nicola Ottaviani e dell'assessore Valentina Sementilli, in data 8.1.2022», il dirigente scolastico e qui vengono citati i vari istituti -«segnalava un aumento esponenziale dei casi e delle quarantene prescritte nelle ultime ore, all'interno di numerose classi». E che la situazione è tale «da compromettere seriamente la continuità didattica in presenza, tanto da proporre all'amministrazione comunale la sospensione della riapertura dei plessi scolastici di riferimento».

Per cui i vari dirigenti hanno rimesso «al sindaco ogni più specifica valutazione di competenza, quale autorità sanitaria locale». Da qui «l'esigenza oggettiva di posticipare la riapertura dei singoli plessi scolastici e degli istituti di istruzione che abbiano formulato specifiche richieste e rilievi» con l'obiettivo di «scongiurare una chiusura totale dei plessi per Covid-19, per un periodo non definibile». Dunque, individuata l'emergenza a carattere «locale» in modo da consentire al primo cittadino di intervenire nelle pieghe dell'ordinamento, anche alla luce delle competenze degli enti sovraordinati in materia di sanità e di lotta al Covid, il sindaco ha disposto «la sospensione della didattica in presenza e la chiusura dei plessi scolastici, a partire da lunedì 10.1.2022 fino a tutto il giorno 15.1.2022». Il tutto richiamando che «non possa ritenersi, parimenti, cessata la competenza concorrente del sindaco per nuove emergenze contingenti a carattere locale, vieppiù se riguardanti il singolo istituto o plesso scolastico, da cui discende il potere dovere di questi di adottare, nell'immediatezza e per un periodo limitato, atti contigibili ed urgenti, almeno fino la momento in cui le autorità sovraordinate non assumano specifiche determinazioni sulle sopravvenute evenienze».

Tale provvedimento si applica agli istituti comprensivi numero 1, 2, 3 e 4 agli istituti superiori Turriziani, Severi, Bragagalia, Angeloni, Volta, Brunelleschi-Da Vinci, Cpia, alla scuola per l'infanzia Sant'Agostino, all'asilo nido Fantasia, agli istituti scolastici San Giuseppe e De Mattias. Per altre istituzioni, come la Fondazione Kambo, l'Agenzia di formazione, l'accademia di belle arti, il conservatorio Licinio Refice e la sede distaccata dell'Università del Basso Lazio, che non hanno rappresentato, in sede di conferenza, particolari problematiche connesse al Covid, non è stato disposto alcun provvedimento, in assenza di specifiche richieste ed esigenze, fanno sapere dal Comune. Il sindaco Nicola Ottaviani commenta: «Abbiamo dovuto effettuare uno slalom interpretativo tra una serie di disposizioni normative contrastanti, prima, tra loro stesse e, poi, con la logica della veloce evoluzione del virus. Abbiamo raccolto le comunicazioni e le preoccupazioni, evidentemente fondate, da parte delle famiglie, dei docenti e dei responsabili dei singoli plessi. Il vero senso dello Stato appartiene a quelli che cercano le soluzioni concrete, senza tentare solo di rinviare il problema o di accollarlo ad altri. I dirigenti degli istituti che riapriranno con la didattica in presenza dopo il 15 gennaio, fino a quella data avranno cura di attivare la didattica a distanza integrata, nelle forme da loro ritenute più consone ed efficaci».