Da Las Vegas un "brindisi" all'automotive. I 14 marchi del gruppo rimarranno tali, almeno fino al 2030. L'unica scucitura al piano industriale del primo marzo è questa: il gruppo automobilistico punterà su ognuno dei suoi brand, insieme rappresentano un unicum di pluralità e ricchezza di offerta nel mercato automobilistico. E Cassino Plant viaggia su due "volumi" di tutto rispetto, l'Alfa Romeo e la Maserati.

A parlare di recente è stato proprio lui, Carlos Tavares, ceo di Stellantis, durante la conferenza stampa del gruppo in occasione del Ces di Las Vegas. La forza di tutti i brand serve proprio a sviluppare ulteriormente il gruppo automobilistico. Ma non è certo escluso che, in futuro, si possa decidere di fare a meno di qualche brand. Dipenderà dal mercato. Ma per ora restano tutti uguali e ai nastri di partenza, in futuro dipenderà da come e quando saranno tagliati i nastri dell' "arrivo". Ma se ne parlerà nel 2030.

«I 14 marchi - ha detto il Ceo - sono un modo eccellente per coprire tutto il mercato, essere negli Usa e in Europa, nessun altro gruppo li ha e ci permette di avere la scala per crescere velocemente». E ancora: «Se non avessimo la dimensione che abbiamo, con 14 brand iconici, non potremmo fare gli accordi che facciamo per dare ai nostri clienti la tecnologia che diamo».

Ma la svolta elettrica che Tavares ha in mente deve essere accompagnata da un valido sostegno economico. Così l'amministratore Carlos Tavares, al quotidiano "Repubblica", ha detto: «Le tecnologie per l'auto elettrica attualmente hanno un costo più alto del 50 per cento rispetto a quelle tradizionali. Ovviamente non possiamo ribaltare per intero questo costo sui consumatori, soprattutto sulla classe media, perché smetterebbero di comprare. Allo stesso tempo non possiamo operare in perdita, perché saremmo costretti a ristrutturare le attività e questo avrebbe rilevanti ricadute sociali. Da parte nostra quello che possiamo fare è accelerare al massimo l'innovazione. Questo significa che per i prossimi cinque anni sarebbe bene che i governi sostenessero le vendite con degli aiuti, in modo che anche le persone della classe media possano beneficiare dei vantaggi della mobilità pulita e sostenibile».

Cassino Plant attende con ansia. Mentre la salita produttiva del Grecale è prevista oramai per la primavera - con qualche segnale dal mercato verso giugno - il territorio attende almeno un quarto modello senza il quale non sarà possibile rialzare la testa. Specie dopo gli ultimi dati sulle immatricolazioni Alfa e il report nazionale della Cisl. Cassino annaspa e lo fa dal 2017. Solo il miracolo di un ulteriore modello lo riporterebbe fuori dal guado.