«Da due anni lavoriamo incessantemente per garantire un servizio scolastico gravemente provato dalla pandemia. Lo facciamo, insieme ai nostri collaboratori, alle segreterie, ai docenti, al personale Ata, spesso sopperendo alla mancanza delle più basilari condizioni strutturali e organizzative», inizia così l'appello per far ripartire la scuola con le lezioni a distanza firmato da circa 1.900 dirigenti scolastici italiani.
A firmarlo anche numerosi presidi di scuole della Ciociaria come Erminia Gnagni del Turriziani di Frosinone, Matrona De Matteis dell'istituto comprensivo di Broccostella, Maria Incoronato del Cpia di Frosinone, Edina Furlan dell'Istituto comprensivo Frosinone 1, Antonia Carlini del Severi di Frosinone, Maria Venuti del San Benedetto di Cassino, Angela Avarello del comprensivo 2 di Veroli, Gelsomina Raia del comprensivo di Cervaro, Marianna Ladisi del comprensivo di Aquino, Claudia Morgia dell'Itis Morosini di Ferentino, Simona Scarsella del Pietrobono di Alatri, Annamaria Greco del Pertini di Alatri, Margherita Montalbano del comprensivo di Atina, Francesco Cozzolino del Buonarroti di Fiuggi, Fabiano Celentano del comprensivo 1 di Monte San Giovanni Campano, Vincenzina Irene Sabetta del comprensivo di Ripi, Pasquale Merino dell'Itis Majorana di Cassino, Daniela Germano del comprensivo 2 di Anagni, Marco Lombardi del comprensivo di Sant'Elia Fiumerapido, Augusta Colandrea del comprensivo 1 di Ceccano, Licia Pietroluongo del Carducci di Cassino, Ivana Nobler del comprensivo di Paliano, Antonella Buono del comprensivo di Fiuggi, Antonella Sorge del comprensivo di Guarcino, Salvatore Cuccurullo del Sulpicio di Veroli, Vincenza Simeone del comprensivo 3 di Cassino, Sara Colatosti del Filetico di Ferentino e Francesca Ardolino dello Scientifico di Ceccano.
La lettera poi prosegue così: «A pochi giorni dall'inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all'escalation di assenze. Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno dipiù, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell'immediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima. Ci rendiamo conto che sottovalutare la prevedibile ed enorme mancanza di personale determinerà insolubili problemi. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi (per non parlare della didattica), non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale Ata.
Ci troveremo nell'impossibilità di aprire i piccoli plessi.
Aggiungiamo, ma è cosa nota, che l'andamento del contagio con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi, e che il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi. Sappiamo che l'ambiente classe è una condizione favorevolissima al contagio. A differenza delle precedenti ondate, già prima della sospensione natalizia abbiamo assistito ad un'elevata incidenza di contagi all'interno delle classi (alunni e docenti, anche se vaccinati).
Il protocollo di gestione dei casi grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con conseguente prolungato isolamento.
Si tratta di una situazione epocale e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l'attivazione di lezioni a distanza)per 2settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa».