Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha firmato l'ordinanza per la riapertura delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado del Lazio e delle Istituzioni Formative che erogano percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP) che riprenderanno in presenza il 10 gennaio.
«Nel Lazio la riapertura della scuola in presenza il prossimo 10 gennaio, data unica per tutti gli Istituti della Regione, è un segnale molto importante di continuità che vogliamo dare agli studenti e alle loro famiglie, agli insegnanti e al personale scolastico. Ricordiamo infatti che era prevista per circa il 20% degli Istituti la riapertura venerdì 7 gennaio e grazie a questo provvedimento il rientro a scuola in presenza sarà per tutti lunedì. Vogliamo continuare a garantire il diritto allo studio in presenza e in sicurezza. Inoltre sarà potenziato, a partire da venerdì prossimo, il contact tracing con drive-in a disposizione degli studenti in tutte le zone del Lazio.
Infatti lavoriamo, come già fatto per permettere la riapertura in presenza lo scorso settembre con un impegno straordinario da parte della Giunta Zingaretti, con l'obiettivo di permettere alle ragazze e ai ragazzi della nostra Regione di andare ogni giorno a scuola, ma è necessario non abbassare la guardia e avere comportamenti responsabili che serviranno a garantire la possibilità di completare un anno in presenza. Riconfermiamo l'appello alle vaccinazioni, al rispetto delle regole, con il massimo impegno da parte di tutti in questa direzione», spiega l'assessore regionale alla Scuola Claudio Di Berardino.
In Ciociaria
La decisione della Regione arriva dopo che già diverse amministrazioni comunali, molte delle quali in provincia di Frosinone, avevano adottato provvedimenti di differimento della ripresa delle lezioni in presenza al 10 gennaio, giustificandole con l'aumento esponenziale del numero dei contagi, specialmente nella popolazione studentesca, e con l'aggravamento generale della situazione epidemiologica. Tuttavia, c'è chi ha deciso di prolungare la permanenza a casa, con l'ausilio della didattica a distanza, anche al 16 e al 17 gennaio.
È il caso, ad esempio, di Anagni. Il sindaco Daniele Natalia ha annunciato un'ordinanza per posticipare la riapertura delle scuole al 17 gennaio. «Di comune accordo con i dirigenti delle scuole dell'infanzia e primarie di primo e secondo grado - ha dichiarato - sto predisponendo un'ordinanza per posticipare l'apertura delle scuole al 17 gennaio visto l'andamento dei contagi. Nella settimana dal 7 al 14 gennaio verrà attivata la didattica a distanza. Dal 17 gennaio si tornerà a fare lezione in presenza, salvo ulteriori proroghe dovute all'andamento dei contagi da Covid-19. Informerò i dirigenti scolastici degli istituti superiori, scuole la cui competenza spetta alla Provincia, qualora volessero seguire comunque quanto stabilito nell'ordinanza in preparazione così da unificare il comportamento di ogni istituto scolastico sul territorio comunale».
Sono, poi, ben nove i Comuni che, con apposite ordinanze, stanno disponendo la sospensione delle attività didattiche in presenza, con attivazione della Dad, dal 7 al 15 gennaio. La misura, che interesserà tutte le scuole di ogni ordine e grado, è stata condivisa in piena unità di intenti dai sindaci di Sora, Isola del Liri (l'asilo nido comunale rimarrà chiuso fino al 15), Arpino, Broccostella, Fontechiari, Pescosolido, Posta Fibreno, Castelliri e Campoli Appenino. «Abbiamo preso questa decisione in maniera collegiale visto l'alto numero di casi di Covid-19 sui nostri territori. Il ritorno a scuola, dopo le festività, avrebbe rappresentato sicuramente un momento potenzialmente ad alto rischio. L'obiettivo dell'ordinanza è arginare i contagi della variante Omicron e consentire un monitoraggio capillare degli studenti prima del rientro in presenza previsto per il 17 gennaio 2022. Chiediamo, ovviamente, un sforzo alle famiglie per tenere a casa il più possibile i propri ragazzi ed effettuare i tamponi prima della ripresa delle attività didattiche in presenza. Le misure adottate garantiranno a tutti i nostri studenti un ritorno più sicuro tra i banchi di scuola» ha dichiarato il sindaco Luca Di Stefano.
«Ancora una volta, da quando è in atto la pandemia, dal marzo 2020 – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – assistiamo a una quotidiana babele e confusione sulle competenze tra le varie autorità pubbliche, sulla questione dell'apertura o chiusura delle scuole, o sulla possibilità di adottare la Dad per le legittime esigenze didattiche... A questo proposito, è intervenuta puntualmente, nelle ultime ore, l'ordinanza del Presidente della Regione Lazio. In realtà, le indicazioni sulla curva dei contagi non lasciano ben sperare per ciò che potrà succedere dal 10 di gennaio in poi e, quindi, l'augurio è che per quella data il Governo emani uno specifico provvedimento, come già avvenuto in passato, che permetta ai sindaci di intervenire su tutto il territorio del proprio comune, di concerto con i servizi epidemiologici delle unità sanitarie locali, in grado di attestare la effettiva situazione sanitaria con la tempestività del caso. Diversamente, dal 10 gennaio in poi, si rischierebbe di alimentare soltanto l'ulteriore incertezza operativa, che oscilla tra l'interruzione del pubblico servizio dell'istruzione, da una parte, e l'omissione di provvedimenti adeguati e proporzionati alle criticità sanitarie, dall'altra».
I presidi
I dirigenti scolastici hanno salutato con un certo favore la decisione della Regione anche se hanno chiesto di tenere alta l'attenzione su alcune criticità.
«Pur apprezzando il posticipo al 10 gennaio - ha detto il presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio Cristina Costarelli - della ripresa delle attività didattiche per le scuole del Lazio, è necessario rappresentare le numerose ed urgenti criticità che le scuole dovranno affrontare: necessità di uno screening capillare al rientro che sarebbe fondamentale per arginare eventuali positività asintomatiche, soprattutto dopo la sospensione di queste settimane che ha visto esplodere il numero di contagi. Pur considerando positivamente l'organizzazione degli appositi Drive-in si osserva che questa misura sarà insufficiente perché affidata all'autonoma scelta delle famiglie che dovrebbero raggiungere postazioni lontane con tempi di attesa scoraggianti; assoluta urgenza di conoscere le nuove modalità di gestione delle positività a scuola: ad oggi non si è informati del fatto che si riprenderà con la sorveglianza con testing (del tutto insostenibile al 22 dicembre quando le Asl non riuscivano a garantire neanche il tampone T5) o in altro modo sostenibile e che garantisca salute e sicurezza; emergenza delle assenze dei docenti e del personale Ata tra sospesi per inadempimento degli obblighi vaccinali, personale positivo o in quarantena e altre tipologie di assenza. Nell'impossibilità di trovare supplenti per la sostituzione si prospetta la necessità di ridurre l'orario scolastico per gli alunni, nei casi in cui non sia possibile nessun'altra soluzione».
Anche il presidente di Anp Frosinone, Mario Luciani, ha detto che «la mia posizione non è sfavorevole al differimento purché non sia solo la scuola a pagare il prezzo di questa situazione. Non si può chiudere la scuola e lasciare alcune tipologie di attività commerciali aperte senza restrizioni perché, altrimenti, la chiusura degli istituti si trasformerebbe in vacanza. Se invece si fa sistema, allora la scuola farà la sua parte».