Ceccano e Cassino sono le due città più inquinate della provincia di Frosinone. Se per il centro fabraterno la notizia non è una grande novità, visto che sopravanza ormai da anni Frosinone per numero di giornate di sforamento dei valori massimi di polveri sottili tollerati secondo la legislazione vigente, per Cassino, invece, è una circostanza poco piacevole e inedita. Secondo le rilevazioni delle centraline di Arpa Lazio, infatti, Ceccano è di gran lunga prima con 68 giorni di sforamento di pm10; Cassino è seconda a pari merito con Frosinone Scalo con 53 giorni, ma con delle concentrazioni medie giornaliere superiori.
L'aggancio al capoluogo c'è stato il giorno di Natale allorquando, mentre a Frosinone la centralina rilevava 24 microgrammi su metro cubo di pm10 di media, a Cassino il valore si attestava a 70 microgrammi, quasi il triplo di Frosinone. Scorrendo poi la graduatoria, segue Ferentino con 28 giorni, Frosinone viale Mazzini con 16, Anagni con 9 e Fontechiari con 5. Una situazione completamente diversa rispetto a un anno fa. In linea generale si nota un miglioramento: al 25 dicembre 2020 Ceccano contava 87 sforamenti, Frosinone Scalo 76 e Cassino 62.
Tutte e tre le centraline hanno, quindi, rilevato meno giorni di superamento, ma con Frosinone Scalo che ha fatto registrare la performance migliore con -23, contro i -19 di Ceccano e i -9 di Cassino. Restando, poi, al capoluogo, rispetto allo scorso anno, migliora la situazione anche di Frosinone viale Mazzini che passa da 29 a 16, così come più positivo è il dato di Ferentino che scende da 43 a 28.
Certo, ora resta da capire quali siano i fattori che hanno inciso su questi dati numerici, ovvero se tutto sia ascrivibile esclusivamente a migliori fattori climatici o se alla base vi sia una sorta di combinato disposto tra politiche messe in campo sul territorio di contenimento delle emissioni nocive in atmosfera e di provvedimenti a favore di una mobilità alternativa e un clima più favorevole spalmato su tutti i dodici mesi. Sicuramente, fa riflettere come, nell'anno caratterizzato dal lockdown, con produzione industriale e traffico paralizzati per settimane le giornate di sforamento siano state superiori rispetto al 2021.