Bandi su misura per il dg Cosilam nel 2016, ieri le repliche e dopo poco più di quattro ore la decisione del gup Domenico Di Croce: tutti prosciolti. Un non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Nell'udienza della scorsa settimana le complesse discussioni e la richiesta del rinvio a giudizio per tutti gli indagati.
Poi lo slittamento a ieri per repliche e sentenza, pronunciata poco dopo le 16.

L'inchiesta, lo ricordiamo, parte dall'esposto dell'avvocato Nardone (assistito dall'avvocato De Rubeis) escluso dalla selezione. A finire nelle maglie dell'indagine l'ex Consiglio di amministrazione del Cosilam composto dall'allora presidente Pietro Zola (difeso dagli avvocati Salera e Marandola), dall'ex vice presidente Francesco Mosillo (difeso dal professor Fiorella e dall'avvocato Ranaldi) e dall'ex consigliere Umberto Satini (difeso dagli avvocati Grossi e Satini) accusati di turbata libertà nella scelta del contraente. Stesso reato per l'ex presidente del consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese (difeso dall'avvocato Salera) il quale, per la procura, avrebbe avuto un ruolo di garanzia per la buona riuscita dell'accordo con la Annalisa D'Aguanno, beneficiaria del presunto patto preventivo (difesa dagli avvocati D'Orio e Pacione).

Cuore dell'impianto accusatorio proprio i messaggi e le chat negli smartphone degli indagati: punto di forte discussione insieme alle richieste di inserimento di ulteriori conversazioni da vagliare e dell'utilizzabilità dei verbali di sommarie informazioni. Oltremodo complesse e lunghe le discussioni delle difese degli indagati, che hanno chiesto il proscioglimento dei coinvolti, portando in aula argomentazioni importanti, molte delle quali relative alla legittimità delle procedure amministrative e alla trasparenza rispettata, partendo da un presupposto: l'impossibilità di equiparare il Cosilam a una pubblica amministrazione.

In realtà, hanno teso a dimostrare le difese, si tratta di un ente pubblico economico che si sottrae alle rigide regole della pubblica amministrazione. Per cui, come previsto dallo statuto dell'ente, sarebbe possibile come argomentato dalle difese un'ampia discrezionalità del Consiglio di amministrazione per la nomina del direttore.

Soddisfatti gli avvocati, che non hanno rilasciato dichiarazioni. A parlare, invece, è stata Annalisa D'Aguanno, che ha affermato: «Indubbiamente soddisfatta per la decisione, ho sempre avuto fiducia nella giustizia. Ho aspettato con questo spirito l'esito dell'iter procedurale. Ringrazio per tutto il lavoro profuso gli avvocati Armando Pacione e Piero D'Orio».