Un gesto semplice e importante come la consegna del diploma delle superiori, un "pezzo di carta" che accompagna qualsiasi ragazzo nel suo futuro, che sia fatto di università o di lavoro.

Carlo Romanelli aveva tutta la vita davanti, una vita che sarebbe stata piena di gioie, magari con qualche delusione o qualche dolore, immerso nell'affetto della sua famiglia, dei suoi genitori e dei fratelli, di una fidanzata, una moglie. Chissà cosa avrebbe fatto? È rimasto troppo poco su questa terra ma ha lasciato tanto, tantissimo.

E lo si può vedere tra chi lo ha conosciuto, lo si legge negli occhi lucidi e gonfi di pianto dei suoi amici, dei suoi ex compagni di classe. Si legge nell'enorme dignità di sua madre e suo padre, negli occhi innamorati della sorella e del fratello. Carlo era davvero un bravo ragazzo, ci teneva allo studio, una serata come tante a ridosso della Pasqua ha deciso di andare a fare un giro in auto con gli amici. Una passeggiata per fare due chiacchiere, come ne fanno tante i ragazzi di vent'anni.
A breve sarebbe rientrato a casa e forse tutti e tre quella sera, perché con lui c'erano altri due ragazzi, già pregustavano il pranzo in famiglia e la voglia di scartare un uovo di cioccolato nonostante ormai erano già "grandi".

Ieri mattina quando la dirigente scolastica del Carducci, Licia Pietroluongo, ha consegnato il diploma di Carlo nelle mani dei genitori è stato impossibile trattenere le lacrime, perché non è giusto, non doveva andare così.
Carlo lo avrebbe dovuto prendere questa estate, oggi sarebbe dovuto essere impegnato nei preparativi dei festeggiamenti con le persone che amava.

Manca Carlo, manca davvero a tutti, anche a chi lo ha conosciuto, purtroppo, solo dopo quel terribile incidente e che avrebbe voluto incontrarlo magari un giorno nella vita. «Ogni ragazzo che passa nella nostra scuola ci lascia un tesoro, Carlo resterà per sempre nei nostri cuori e vi ringraziamo per "avercelo" dato, anche se per poco, ci ha cambiato tutti quanti» ha detto la preside.

Profonde e sentite le parole del nonno: «Da quando Carlo non c'è più noi non siamo più gli stessi, siamo a metà e lo saremo per sempre. Siamo incompleti.
Ma in tutto questo dolore abbiamo avuto tanto amore e tanto sostegno, non lo dimenticheremo, ne siamo grati».

Ecco, Carlo non c'è più, ma il suo amore porta frutti.
La dirigente ha poi donato ai genitori lo striscione che tutti questi mesi è rimasto appeso sulla facciata della scuola. Il sorriso di Carlo Romanelli continuerà a splendere, sempre.