Sito di rifiuti interrati sospetto, gli ambientalisti puntano i fari su un'altra area "a rischio". Così come Nocione, potrebbe essere un'altra area in cui negli anni dell'emergenza della raccolta rifiuti oltre vent'anni fa potrebbero essere stati seppelliti quelli "in eccesso", quelli che non si riusciva a smaltire.
A sollevare il dubbio, tutto da verificare, è stato Edoardo Grossi dell'Ansmi, l'Associazione nazionale della Sanità militare italiana. «Ci troviamo a pochi passi dal centro di Cassino, alle spalle della stazione ferroviaria, dove in epoca romana sorgeva la villa di Marco Terenzio Varrone, un'area tra le più belle di Cassino, per la presenza delle acque del Gari che attraversano le Terme Varroniane» spiega il presidente dell'associazione. Poi aggiunge: «Eppure è tra le zone più contaminate del Cassinate» raccontando ciò che è stato trovato in superficie.
«Una troupe della Rai ha filmato un degrado pazzesco, una montagna di rifiuti speciali abbandonati tra la vegetazione, pericolosi parapetti in metallo e numerose lastre di amianto (poi eliminate, ndr) già denunciate ai carabinieri competenti, Asl e Comune di Cassino.
Insomma una bomba ad orologeria proprio vicino alla captazione delle acque che vengono inviate alla Regione Campania».
Non solo. L'attivista ha posto poi l'accento sulla possibile presenza sotto alcune "montagnole verdi" di altri rifiuti, questa volta interrati. Proprio quelli di cui anche il poliziotto Roberto Mancini parla quando descrive l'emergenza del ‘90 che toccò pure Cassino.
Lo stesso Mancini che primo identificò le ecomafie, tratteggiando quella che poi sarà conosciuta da tutti come "Terra dei Fuochi" e che pagò con la vita il suo impegno in prima linea. Per questo è stata richiesta alle competenti autorità un'analisi della situazione, per valutare se possano esserci o meno, anche a un passo dalle Terme Varroniane, rifiuti seppelliti da vent'anni.