L'operazione Uti dominus, finisce in Corte d'appello.
E il procuratore generale chiede la conferma in blocco della sentenza di primo grado. Il rappresentante dell'accusa ha enfatizzato il fatto che in una provincia tranquilla il fatto è stato di notevole gravità. La difesa, invece, ha sollevato delle eccezioni sull'utilizzabilità delle intercettazioni.

Il gruppo smantellato dalla squadra mobile di Frosinone nel luglio del 2020 era accusato di avere assunto il dominio incontrastato della prostituzione nell'asse attrezzato. L'operazione era nata dal tentato omicidio di Aljbion Abazovksi, 29 anni, macedone, da parte del rivale Julian Maloku, 39 anni, albanese. In primo grado, con il rito abbreviato, il gup del tribunale di Frosinone aveva inflitto, lo scorso giugno, 8 anni a Maloku, accusato del tentato omicidio di "Albi" come pure di agevolazione della prostituzione, di porto abusivo e ricettazione della pistola, rubata la sera prima in una casa di Ceccano.

Il tentato omicidio avvenne in una piazzola di fronte all'ingresso del casello autostradale di Frosinone il 9 dicembre 2019. Abazovski, mentre era in auto a parlare con Maloku venne centrato da un colpo di pistola alla testa. Il ferito miracolosamente è scampato alla morte dopo esser rimasto a lungo in ospedale. Per l'accusa il tentato omicidio è stato compiuto «per questioni relative alla spartizione e allo sfruttamento del territorio destinato all'attività di prostituzione, nonché alla gestione e alla collocazione delle "proprie" ragazze».

Il gup aveva condannato a 5 anni e 4 mesi il ferito,"Albi"Abazovski, accusato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione sull'area Asi. È accusato di aver «acquistato le postazioni destinate al meretricio dal precedente gestore». E per tali postazioni le ragazze dovevano pagare l'affitto.

Avevano avuto 4 anni e 4 mesi l'albanese Klodian Mazari, 30 anni; 4 anni e 2 mesi il fratello di Albi, Egzon Abazovski, 22; 3 anni e 4 mesi la moglie di Albi, la trentenne Melvljana Abazovska. Nel collegio difensivo gli avvocati Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia, Alberto Patarini e Emilio Martino.